Sono debitore sia ai Greci che ai Barbari; sia al saggio che all'insensato.

Sono debitore sia ai Greci (colti) - tra i quali potrebbero essere classificati i Romani istruiti, che si vantavano della loro cultura greca (vedi Cic. de fin. 2:15-non solum Graecia et Italia sed etiam omnis Barbaria),

E ai (rozzi) Barbari, sia ai saggi che agli stolti - a tutti allo stesso modo, senza distinzione di razza o di cultura. Da ciò si è dedotto che "il dono delle lingue" doveva essere finalizzato a facilitare la predicazione del Vangelo nei paesi stranieri. (Così molti dei padri, e nei tempi moderni quelli che si appoggiano molto ai padri-Wordsworth, per esempio, cita a sostegno di esso 1 Corinzi 14:18 ).

Ma se un tale miracolo continuo era stato compiuto ovunque il nostro apostolo predicasse al di fuori della regione della cultura greca, e durante tutti i contatti che manteneva in quei luoghi, come mai né lui né il suo biografo ne hanno lasciato traccia? A noi questa nozione appare di per sé tanto improbabile quanto priva di ogni evidenza come dato di fatto.

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