1 Giovanni 2:3

Fare e Conoscere.

I. San Giovanni presuppone che la conoscenza di Dio sia possibile, sia reale, per gli esseri umani, come ogni conoscenza che possono avere gli uni degli altri. No, va oltre questo. Ci sono impedimenti alla nostra conoscenza reciproca che, secondo lui, non esistono in riferimento a quella conoscenza superiore. Possiamo sapere di conoscerLo, se osserviamo i Suoi comandamenti. A volte sospetto che diamo un senso troppo ampio a quella parola "mantenere.

" Senza dubbio significa "obbedire". Non significa altro; poiché l'obbedienza è molto completa, un po' troppo completa per creature lente e ristrette come noi. La parola "mantenere", se la consideriamo, può aiutaci a sapere cos'è l'obbedienza e cosa non è. Un amico mi dà un pegno da tenere per lui, desidera che me lo ricordi, che ricordi i giorni trascorsi insieme.

Forse può essere solo un fiore o una zizzania che è stata raccolta in un certo luogo dove stavamo passeggiando o facendo botanica; forse è qualcosa di prezioso in sé. Se, invece di darmi qualcosa, mi ingiunge di fare un certo atto o di non farlo, si può dire sinceramente di osservare quell'ingiunzione come di conservare il fiore. Compiere è ricordarlo; è un segno della mia comunione con lui, del mio rapporto con lui.

II. San Giovanni iniziò con questa rivelazione di Dio agli uomini nel suo Figlio. Era la base di tutto il suo insegnamento. Aveva già detto agli Efesini che c'era quella tenebra, quella cupidigia, in loro che San Paolo aveva trovato in se stesso, che gli aveva causato tanto orrore. Ma aveva anche detto loro, come aveva detto loro S. Paolo, che non erano stati creati per camminare in queste tenebre; affinché camminino nella luce che Cristo ha rivelato e abbiano comunione con essa.

Così ora, dando questo per scontato, poteva dire loro che questi comandamenti potevano essere osservati come i comandamenti di un Dio che era tutt'uno con loro in Suo Figlio, e che più li osservavano, più avrebbero saputo di Lui. Molti in quel tempo dissero: "Noi conosciamo Dio; ma quali sono i comandamenti, qual è per noi la morale terrena comune?" «Io vi dico», dice san Giovanni in modo ampio e semplice, «che se non sono niente per voi, Dio non è niente per voi.

"Puoi usare il bel linguaggio che vuoi; puoi avere le belle speculazioni che ti piacciono; ma è in pratica, in quella pratica quotidiana della vita, nella lotta con le tentazioni di imbrogliare e calunniare, essere impudici e essere avari , che ci assale tutti in modi e forme diverse, è nel riverire i genitori e il nome di Dio, è nel prestare attenzione al riposo di Dio e all'opera di Dio, è nel trattenerci dagli idoli, è nell'adorarlo come il comune Liberatore, che arriviamo a conoscerlo così, e solo così.

FD Maurice, Le epistole di San Giovanni, p. 69.

Riferimenti: 1 Giovanni 2:5 . R. Duckworth, Pulpito del mondo cristiano, vol. xxxiv., pag. 217. 1 Giovanni 2:6 . Spurgeon, Sermoni, vol. xxix., n. 1732. 1 Giovanni 2:7 . Rivista Omiletica, vol. vi., pag. 234.

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