LA CHIESA DI SMYRNA

«E all'angelo della Chiesa di Smirne scrivi».

Apocalisse 2:8

Non possiamo dire che la Chiesa di Smirne trova il suo corrispettivo nella vita individuale di coloro sui quali ricade – apparentemente senza motivo adeguato – la prova di gravi sofferenze?

I. Ci sono alcune vite che sono singolarmente libere da problemi, dolore, avversità, dolore. — Il sole splende su di loro, non sempre e invariabilmente, ma come regola generale. Per questa società lieta e gioiosa la vita è piena di interesse e felicità, vale la pena di essere vissuta. I loro volti non sono solcati dalla cura né disegnati dal dolore. Non hanno bisogno di essere ansiosi per il domani, perché il loro futuro sembra essere al sicuro dai peggiori assalti della sventura come lo è stato il loro passato.

Non sentono la pesante oppressione che deriva dalla sensazione che ci sia un vuoto che non potrà mai essere colmato, una perdita che non potrà mai essere sanata, un dolore che non potrà mai essere confortato. 'Anime felici! le loro lodi fluiscono', poiché non hanno mai avuto loro alcuna delle sofferenze fisiche o mentali che così spesso ostacolano la lode, che a volte sembrano renderla impossibile, che quasi la vietano come irragionevole. Forse, di tanto in tanto, sono consapevoli di qualche debole sussurro di presentimento, ma è appena udito per i toni forti e fiduciosi dell'esperienza reale.

II. Ma ce ne sono altri ! ‑ Ci sono quelli su cui è scesa la tempesta, i cui volti sono tagliati e sanguinanti dalla crudele grandine, che sono logori e stanchi per la rudezza e la severità del cammino della vita. Sì, ci sono quelli ai quali è giunta la piena amarezza del lutto; o quelli sui quali la povertà ha messo il suo pesante pugno. Se il problema ci ha visitato, o ogni volta che ci visita, come lo accetteremo?

III. Ci sono due considerazioni principali che possono permetterci di sopportare con sottomissione e pazienza tutto ciò che la Provvidenza invia o permette a Satana di inviare.

( a ) Ricordiamo chi fu che — nelle suggestive parole di uno scrittore ispirato — «imparava l'obbedienza» — «benché fosse Figlio, tuttavia imparò l'obbedienza» — «dalle cose che soffrì». Così anche noi possiamo e dobbiamo 'crescere in grazia' e in conformità alla volontà del nostro Padre Celeste mediante le diverse pene e pene di cui siamo afflitti per un po'.

( b ) Rafforziamoci con la riflessione che le prove della nostra vita individuale, come quelle dei primi cristiani di Smirne, hanno la loro fine prefissata e non lontana. Il pensiero della brevità della vita, che per alcuni è piena di pesantezza e suggestiva di insoddisfazione, per altri è gradito e pieno di speranza.

Rev. l'On. NOI Bowen.

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità