LA FOLLIA DELL'ATEISMO

"Lo stolto ha detto in cuor suo: Dio non c'è", ecc.

Salmi 53:1

Sembra esserci qualcosa di intenzionalmente enfatico nell'accusa contro l'ateo nel testo, come se la malvagità di un uomo nel dire: "Non c'è Dio", si perdesse nella follia di ciò, come se quando Davide avesse sentito un uomo beffardo osserva che non c'era Dio, dimenticò per un momento la sensualità e la licenziosità dell'uomo nel suo stupore per la sua debolezza.

I. Supponiamo che un uomo dica assolutamente: "Dio non c'è", andando così oltre i pagani, come alcuni professano di aver fatto, allora in questo caso la follia è così palpabile che tutta la natura sembra protestare contro di essa. La domanda, chi ha fatto tutte queste cose? confonde tale miserabile ateismo.

II. La negazione che Dio governi e governi il mondo con leggi giuste, punendo i malvagi e premiando i giusti, può anche, senza troppe difficoltà, essere condannata per stoltezza, poiché considera, è possibile pensare a Dio come non perfetto? —Un Dio imperfetto non è affatto un Dio; se perfetto, allora deve essere perfetto nella bontà, nella santità, nella verità.

III. C'è un altro modo in cui un uomo può negare Dio. —Può rifiutare l'omaggio a quel Dio che adoriamo come rivelato a noi nel Signore Gesù Cristo. Notate due o tre punti da cui la follia di un tale uomo può apparire aperta e manifestarsi. (1) Gli uomini santissimi e premurosi hanno trovato nella rivelazione che Dio ha fatto all'uomo per mezzo del Signore Gesù Cristo la soddisfazione di tutti i loro bisogni spirituali.

(2) Osserva il meraviglioso potere che questa rivelazione ha avuto: come è stata senza dubbio la molla principale, il principale motore, di tutta la storia del mondo dal tempo in cui Cristo è venuto. (3) Se Cristo non è 'la Via, la Verità e la Vita', almeno non c'è nessun altro. O Dio si è rivelato in Cristo, o non si è rivelato affatto, perché non c'è altra religione al mondo che qualcuno pretenda di sostituire.

—Vescovo Harvey Goodwin.

Illustrazione

«C'è l'uomo che, traboccante della propria prodigiosa saggezza, calpesta le prove di ogni genere e si lancia follemente, alla cieca, nella battaglia della vita, con "Nessun Dio!" come il suo grido di battaglia; finché non cade, infine, ferito dal Signore degli eserciti, di cui ha negato l'esistenza. Nelle sue concezioni della vita: "Nessun Dio!"; in pensieri di matrimonio: "Nessun Dio!"; nella conduzione dei suoi affari: "Nessun Dio!"; e nell'educazione dei suoi figli: "Nessun Dio!" Un tale cercò di sposare la sua bambina con sua incredulità.

Un giorno era a letto ammalato, quando la bambina entrò nella stanza con la sua lavagnetta da scuola. Ha scritto su di esso: "Dio non è da nessuna parte!" e le ha chiesto di leggerlo. La piccola nella sua innocenza lo spiegò: "Dio è ora qui!" "Non è stato che un cambiamento insignificante, ma da esso incombevano problemi eterni."

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