Pertanto, se vengo, mi ricorderò delle sue opere che egli fa, cianciando contro di noi con parole maligne: e non contento di ciò, né egli stesso accoglie i fratelli, e proibisce loro di volerli, e li scaccia dalla chiesa.

ver. 10. Chiacchiere contro di noi ] Ci si potrebbe chiedere che cosa potesse deridere contro san Giovanni, eppure lo fece, e questo con cattiveria. È vero che non ha fatto altro che scherzare e fare lo stupido (come significa la parola greca φλυαρων) in quanto cianciava; ma mostrò comunque la sua malizia. Così fanno i Gesuiti, come in molte altre loro pratiche, così in questo, che nei loro scritti contro di noi confermano che con parole gloriose e argomenti a cui non ci atteniamo; per far credere al mondo che noi neghiamo tutto ciò che dimostrano così alacremente e così coraggiosamente, e così per renderci odiosi; mentre lasciano la questione principale controversa del tutto indimostrata, pensando di portarla via con parole esplicite e grandiose.

La parola significa pompose sed nugaciter loqui, per dire grandi bolle di parole, dice Aretius; che ci dice anche che è una metafora presa da pentole troppo ribollenti, che emettono schiuma; o (come altri lo diranno) da stomaci sovraccarichi, che devono avere bisogno di un rutto.

Proibisce a coloro che vogliono ] Come era Gaio; che solo lui stesso potesse avere il cazzo e la lode. Questa è la proprietà dell'invidia, come vediamo in Saul, nei Farisei, in Tiberio Cesare, il quale, simile a una tigre, afferrò con i denti tutti gli spiriti eccellenti del suo tempo. Nero etiam omnium erat aemulus, &c. Vietò al poeta Lucano di fare versi, solo perché poteva farlo benissimo.

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