La mia vigna, che [è] mia, [è] davanti a me: tu, o Salomone, [devi averne] mille, e quelli che ne conservano il frutto duecento.

ver. 12. La mia vigna, che è mia, ecc. ] E quindi a me molto caro, poiché la proprietà fa l'amore. Patriam quisque amat: non quia pulchram, sed quia suam. a Ogni uomo ama le proprie cose meglio. La Chiesa è propria di Cristo per un diritto multiforme, per donazione, conquista, acquisto, non con argento e oro, ma con il sangue più caro e più caldo di tutto il suo cuore. 1Pietro 1:18 Non c'è dunque da stupirsi che sia sempre dinanzi a lui; sebbene guardi attentamente a colei che gli è costata così cara, che non si fida di altri con lei, come fu costretto a fare Salomone; ma chiunque egli impiega intorno a lei - "perché siamo lavoratori insieme a Dio", dice l'apostolo; "Voi siete l'allevamento di Dio" 1Co 3:9 - Lui stesso è sempre uno.

Ipse adest et praeset, è presente e presidente. «Pasci le mie pecorelle», disse a Pietro, ma fallo per me, come aggiunge lì il traduttore siriaco, rispettando il senso. Gv 21:15 "Non prendere gli strumenti di un pastore stolto", Zac 11:11 cioè forcipes et mulctram, come dice un antico, come quelli che sono più intenti, attonsioni gregis quam attentioni, fisco quam Christo.

Pietro non deve fare nulla di tutto questo, tanto meno deve «signore sull'eredità di Dio», come fanno i suoi pretesi successori, con i cui cadaveri dunque Cristo stercolerà presto la sua vigna e innaffierà le radici delle sue viti con il loro sangue. Deve cercare di nutrirsi con le labbra e, quando si è convertito, "rafforza i suoi fratelli"; né deve interferire o prendere per sé alcuna parte dei frutti, come facevano i contadini di Salomone.

Potrebbe non cercare le sue cose, ma le cose di Gesù Cristo. "Paolo può piantare e Apollo annaffia", ma, poiché è "Dio che fa crescere", che Dio raccolga tutta la gloria; essi inoltre «mieteranno a tempo debito, se non vengono meno», se non «si stancano di fare bene». Gal 6,9 Cfr. Trapp su " Figlio 8,11 "

un Seneca.

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