E questa veste e questo cavallo siano consegnati nelle mani di uno dei più nobili principi del re, affinché vesta l'uomo che il re si compiace di onorare, e lo conduca a cavallo per le strade della città, e lo annunzi davanti a lui, così sarà fatto all'uomo che il re si diletta di onorare.

ver. 9. E siano consegnati questo vestito e questo cavallo, ecc. ] Tutto deve essere fatto nella maniera più ampia; e se era stato fatto a se stesso, come desiderava, che cosa sarebbe stato tutto ciò se non un magnum nihil, come si dice, un gran nulla, una gloriosa fantasia, un sonaglio, per placare per un po' la sua ambizione? Forte amplior fuisset, nisi veritas esset rem sospettoe neutiquam carere (Lavat.). Lui, uomo semplice, si era portato nel paradiso degli sciocchi di una sublime dotage, come hanno fatto gli spagnoli nel loro sogno di una monarchia cattolica, divinitus debita, dice uno, sed in Utopia.

Furono derisi di cuore del capitano Drake e della sua compagnia, quando presero Sancta Domingo, nel 1585 d.C., e nel municipio trovarono le armi del re di Spagna, e sotto di loro un globo del mondo, da cui sorse un cavallo con le zampe anteriori espulso con questa iscrizione, Non sufficit orbis, Territorio insufficiente. Pirro, quell'ambizioso re d'Epirote, ebbe lo stesso pensiero; ma alla fine fu ucciso con una pietra di tegola gettata sul capo da una donna.

E similmente fine toccò a Cesare Borgia, il quale, a imitazione di Giulio Cesare, avrebbe bisogno di essere aut Caesar, aut nullus, o Cesare o niente, e subito dopo si rivelò et Caesar, et nullus, Cesare e niente. Se Haman si fosse accontentato della sua condizione attuale (troppo buona per un tale prigioniero), avrebbe potuto vivere felicemente secondo il racconto del mondo e avrebbe chiamato se stesso, come quel re francese fece Tres heureuse, tre volte benedetto; ma quella sete insaziabile dell'onore, quel desiderio ingrato, eccessivo, di sempre più grandezza, lo dissolse.

Tanto vero è quel proverbio degli antichi, Turdus ipse sibi malum cacat, dallo sterco del merlo è fatta la calce con cui è preso; così dal letame dei peccati degli uomini Dio fa i suoi rami di calce del giudizio per portarli con sé.

Ad uno dei più nobili principi del re] Principibus maioribus paratimis. Questa non sarebbe stata una piccola aggiunta all'onore dell'uomo e allo splendore del giorno, come avvenne qui in Inghilterra, quando Enrico II, all'incoronazione del figlio maggiore, rinunciò al nome di un re per quel giorno, e, come cameriere, servito al tavolo.

Affinché possano schierare l'uomo con lui ] Mettendolo fuori con il massimo vantaggio, come fece il nostro Enrico VI, quando incoronò Lord Beauchamp re dell'isola di Wight, e come Serse fece Demarato, quando per amore dell'onore gli concesse di entrare a Sardi, la città principale dell'Asia, vestito come lui, con una tiara dritta sul capo, che nessuno poteva indossare tranne i re (Sen. 1. 6, de Benef.).

Per la via della città ] Di Susa, perché molti lo vedessero e lo gridassero, per Honor est in honorante. L'onore è in onore. Come la meteora vive nell'aria, così fa onore nel respiro degli altri uomini. Platone la annovera tra quelle dei ludibria quae sursum ac deorsum sub caelo feruntur, come palline da tennis sbandate l'una sull'altra.

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