Ed egli disse: Ecco, [è] ancora alto giorno, né [è] tempo che il bestiame si raduni: abbeverate le pecore, andate [e] dar loro da mangiare].

Ver. 7. Né è tempo, ecc. ] Il tempo è un bene prezioso e deve essere gestito con parsimonia. La lamentela comune è: Vogliamo tempo: ma la verità è che non vogliamo tanto, quanto sprecarlo, come osservavano i pagani: una cosa che quelli che fanno, sono i più dispendiosi prodighi: perché, di tutti gli altri beni, due possono essere avuto insieme; ma due momenti di tempo non possono essere posseduti insieme. Ciò rese il filosofo così parsimonioso del tempo: Nullus mihi per otium exit dies - Non posso permettermi di buttare via un giorno; pattem noctium studiis vindico - parte della notte che prendo per i miei studi.

Così fece Carlo Magno; e dopo di lui Carlo Quinto, il quale, quando in qualunque momento era in campo contro il nemico, passava le ore che poteva dedicare allo studio della matematica. A tal fine ebbe per istruttore Turrianus di Cremona sempre con sé. Come se fosse stato della mente di Catone, b che i grandi uomini devono saper dare buon conto, non minus otii, quam negotii ; non meno del loro tempo libero, che del loro lavoro.

Era sua costante abitudine, dice Cicerone, c ricordarsi, la sera, che cosa avesse visto, letto o fatto quel giorno. Si dice che re Alfredo, che regnò qui ( Anno Dom . 872), abbia diviso la giornata naturale in tre parti: otto ore trascorse a pregare, studiare e scrivere; otto al servizio del suo corpo; otto negli affari di stato. Quali spazi (non avendo poi altro motore per esso) misurò con una grande luce di cera, divisa in tante parti; ricevendone avviso dal custode, man mano che le varie ore trascorsero nell'incendio. D

Chi non sa come vola la vita, ascolti le ore

Quel suono ci insegna quanto è breve la vita".

a Non abbiamo poco tempo, ma molto perdiamo. - Senezia. Epista.

b Catone in Orig .

c Cic. De Senect .

d Dan. Cron ., Fol. 13.

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