Non gioire tu, Palestina intera, perché la verga di colui che ti percosse è spezzata: perché dalla radice del serpente uscirà una cockatrice, e il suo frutto [sarà] un serpente volante di fuoco.

Ver. 29. Non rallegrarti, tutta la Palestina. ] Cioè i filistei, quos Iudaei animis armisque sibi infestissimos habuere. Questi erano cattivi vicini per gli ebrei come lo sono oggi i Dunkerque per noi. Uzzia li aveva sottomessi, 2Cr 26:6 ma Acaz era stato da loro molto dannato e depredato, 2Cr 28:18 e all'inizio del regno di Ezechia credevano di aver invaso tutto il paese.

Qui dunque viene pubblicato il decreto di Dio su di loro, per il conforto del suo popolo povero, ed è questo: Philistaeis non iabilandum sed eiulandum. I filistei non devono essere felicissimi, ma piuttosto "piangono e ululano per le miserie che stanno arrivando su di loro".

Perché la verga di colui che ti percosse è spezzata. ] Perché Uzziah è morto, e Acaz ha avuto contro di te un cattivo successo a causa della sua stessa peccaminosità e lentezza; non prendere allora l'audacia di innalzare il tuo stemma e pensare che tutto sia tuo.

Poiché dalla radice del serpente.] Dalla discendenza di Uzzia,

Uscirà una cockatrice. ] O Basilisco, che si dice uccida solo con il suo aspetto; e con questo si intende Ezechia, come anche con il "serpente volante infuocato", poiché così è chiamato sia per la sua ferocia che per la sua rapidità, due proprietà molto lodevoli di un comandante. Giulio Cesare era in omnia praeceps, a capofitto, molto feroce, e con esso particolarmente agile, come testimonia il suo Veni, vidi, vici, non appena venni, ma vinsi. Gli ebrei di questo testo hanno un proverbio: "Dalla radice del serpente uscirà una cockatrice", cioè un guaio è passato, ma eccone uno peggiore a portata di mano.

Dalla radice del serpente esce un nobile, cioè il più afflitto, nato tra i poveri e primo, e tollerando così le calamità.

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