Dicendo: Gli scribi e i farisei siedono sul trono di Mosè:

ver. 2. Sedersi sulla sedia di Mosè ] cioè avere l'ufficio ordinario di insegnare al popolo, ma quo iure, con quale legge, non lo mette in dubbio. I sacerdoti e i leviti avrebbero dovuto farlo, ma gli scribi e i farisei per il momento l'avevano preso su di loro, salirono sulla cattedra e lì si sedettero, a Romani 2:20 .

Così Ildebrando ei suoi successori hanno invaso la cattedra di Pietro, come chiamano la sede di Roma; ma che ha detto un antico? Non habent Petri haereditatem, qui Petri fidem non habent. Non hanno diritto alla cattedra di Pietro che non hanno la fede di Pietro. L'Indice Expurgatorius comanda ( sublata fide ) di sopportare per la fede, invece di Fidem Petri, la Fede di Pietro, di stamparlo Sedem Petri.

La sede di Pietro, Perfrica frontem, disse Calvus a Vatinius, et digniorem te dic qui Praetor fieres quam Catonem, Mettiti di buon viso e di' che sei più adatto all'ufficio che Catone stesso. (Quintil. lib. ix. cap. 2.) Ma che faccia audace aveva Barcaena il gesuita, il quale, Diabolo advenienti occorrerit obviam petiitque ut cathedram eius occuparet, quia erat dignior, incontrando il diavolo, gli chiese la sua cattedra, come uno che meglio se lo meritava.

Aveva il suo desiderio, non ne dubito. Ma se scribi e farisei sedevano sulla sedia di Mosè, non è una novità che gli uomini cattivi abbiano successo meglio; come Timoteo Erulo fece Proterio, buon vescovo di Alessandria, e come Arminio fece Giunio al posto del professore a Leida.

a καθιζω, Sedeo. colloco. Mi siedo, mi sdraio.

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