Non derubare il povero, perché [è] povero: né opprimere l'afflitto alla porta:

ver. 22. Non derubare i poveri, ecc. ] Qui qualche cavillo sarà pronto a gridare, Quid dignum tauto feret hic promissor hiatu? Dopo una prefazione così promettente e un tale corteggiamento di attenzioni, cercammo qualche argomento nuovo, e anche quello degno di nota. Ma ecco qui non c'è altro che quello che avevamo prima. È verità, dice il saggio; e tuttavia devo dirti che "scrivere le stesse cose, per me infatti non è grievons, ma per te è sicuro.

" Fl 3:1 Vedi simili in Salmi 49:1,3 , ecc. Lo scopo del salmo è mostrare la felice e sicura condizione dei santi in difficoltà, e la condizione scivolosa degli empi quando sono al loro apice. Ora mentre alcuni potrebbero obiettare e dire: Questo è un argomento ordinario, ne abbiamo sentito parlare cento volte; il Salmista risponde, che tuttavia questa è la grande "saggezza" di cui parlerà, e l'"oscura parola" che farà aperto. E a questo fa un solenne Oyez! - "Ascoltate questo, popolo tutto, e porgete orecchio a tutti voi abitanti del mondo".

Perché è povero. ] Come il pesce maggiore divora il minore, e come il più grande cade sul cane e lo preoccupa, solo perché è più grande dell'altro. Questa è una fermezza brutale. Vedi Sal 10:1-18 E se quelli che non soccorrono i poveri saranno dannati, sicuramente saranno dannati due volte quelli che li derubano.

Né opprimere gli afflitti. ] Il pover'uomo deve necessariamente essere un uomo afflitto, odioso per ogni sorta di ingiurie e dure usanze. Ma Dio, che è il re del povero - più veramente così chiamato di quanto non fosse Giacomo IV di Scozia - qui ordina che nessuno lo opprima o lo offenda, né alla porta di casa sua, dove viene mendicando, né alla porta della città, dove fa causa per riparazione del danno; non si possa sopprimere il diritto, perché non si lamenti qualche Catone, come una volta, e non senza motivo, che poveri ladri siedono nei ceppi, quando grandi ladri siedono sui seggi del giudice. un

a Gel., lib. xi. cap. 18.

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