La numerazione del popolo.

a.C. 1452.

      1 E avvenne che, dopo la piaga, l' Eterno parlò a Mosè e a Eleazar, figlio del sacerdote Aronne, dicendo: 2 Prendete la somma di tutta la raunanza dei figli d'Israele, dall'età di vent'anni in su, in tutta la casa dei loro padri, tutti quelli che possono muovere guerra in Israele. 3 E Mosè e il sacerdote Eleazar parlarono con loro nelle pianure di Moab presso il Giordano, presso Gerico, dicendo: 4 Prendete la somma del popolo, dall'età di vent'anni in su; come l' Eterno aveva ordinato a Mosè e ai figli d'Israele, che uscirono dal paese d'Egitto.

      Osserva qui, 1. Che Mosè non fece il censimento del popolo, ma quando Dio gli comandò. Davide ai suoi tempi lo fece senza un comando e lo pagò caro. Dio era il re d'Israele e non avrebbe fatto compiere questo atto di autorità se non per suo espresso ordine. Mosè, forse, a questo punto aveva sentito parlare della benedizione con cui Balaam fu costretto, duramente contro la sua volontà, a benedire Israele, e in particolare l'attenzione che prese del loro numero; ed era sufficientemente soddisfatto di quella testimonianza generale resa a questo esempio della loro forza e onore da un avversario, sebbene non conoscesse esattamente il loro numero, finché Dio ora lo nominò per prendere la somma di loro.

2. Eleàzaro fu unito a lui in commissione, come era stato prima Aaronne, per cui Dio onorò Eleazaro davanti agli anziani del suo popolo e confermò la sua successione. 3. Fu subito dopo la peste che fu ordinato di prendere questo racconto, per mostrare che sebbene Dio avesse conteso con loro giustizia con quella pestilenza travolgente, tuttavia non aveva terminato completamente, né li avrebbe del tutto rigettati.

L'Israele di Dio non sarà rovinato, anche se sarà severamente ripreso. 4. Ora dovevano seguire la stessa regola che avevano seguito nella precedente numerazione, contando solo quelli che erano in grado di andare in guerra, perché questo era il servizio ora davanti a loro.

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