Si ordinano qui di fare i veli, uno per una partizione tra il luogo santo e il santissimo, che non solo vietava a chiunque di entrare, ma tanto da guardare nel più santo di tutti. Sotto quella dispensazione la grazia divina era velata, ma ora la vediamo a viso aperto. L'apostolo ci dice che questo velo lasciava intendere che la legge cerimoniale non poteva rendere perfetti coloro che vi si avvicinavano. La via del santissimo non fu manifestata mentre era in piedi il primo tabernacolo; la vita e l'immortalità rimasero nascoste finché non furono portate alla luce dal vangelo, che fu quindi significato dallo squarcio di questo velo alla morte di Cristo.

Abbiamo ora l'audacia di entrare nel santissimo in tutti gli atti di devozione per mezzo del sangue di Gesù; tuttavia tali ci obbligano a una santa riverenza ea un umile senso della nostra lontananza. Un altro velo era per la porta esterna del tabernacolo. Attraverso questo i sacerdoti entravano ogni giorno per servire nel luogo santo, ma non il popolo, Ebrei 9:6 .

Questo velo era tutta la difesa che il tabernacolo aveva contro ladri e briganti, che poteva essere facilmente sfondato, perché non poteva essere né chiuso né scoperto, e l'abbondanza di ricchezza in esso, si potrebbe pensare, poteva essere una tentazione. Ma lasciandola così esposta, i sacerdoti e i Leviti sarebbero tanto più obbligati a vegliare su di essa: e Dio mostrerebbe la sua cura della sua chiesa sulla terra, sebbene sia debole e indifesa, e continuamente esposta. Una cortina sarà (se Dio vuole farlo così) una difesa forte, come porte di bronzo e sbarre di ferro.

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