Ma dopo due anni, Paul è stato ingiustamente detenuto per tutto questo tempo. La speranza di Felice sembra essere stata quella di stancare la sua pazienza e indurlo ad acquistare la sua libertà.

È entrato nella stanza di Felix - Come governatore.

E Felice, volendo mostrare agli ebrei un piacere - Desideroso di compiacerli, anche a spese della giustizia, Questo mostra il principio in base al quale ha agito.

Lasciato Paolo legato - Lo lasciò in custodia a carico del suo successore. Il suo scopo in questo era quello di conciliare gli ebrei; cioè per assicurarsi il loro favore, e per impedire loro, se possibile, di accusarlo dei mali della sua amministrazione davanti all'imperatore. Il racconto che Luca fa qui coincide notevolmente con quello che ha dato Giuseppe Flavio. Dice che Porcio Festo fu inviato come successore di Felice da Nerone.

Non cita, infatti, Paolo, né dice che Felice abbia cercato di conciliare il favore dei Giudei, ma ne dà un resoconto tale da rendere l'affermazione di Luca perfettamente coerente con il suo carattere mentre era in carica. Ci informa che Felice era impopolare e che c'era motivo di temere che i Giudei lo avrebbero accusato davanti all'imperatore; e, quindi, l'affermazione negli Atti che sarebbe disposto a mostrare un favore agli ebrei, è perfettamente in linea con il suo carattere e le circostanze, ed è una di quelle coincidenze non volute che mostrano che l'autore degli Atti era pienamente a conoscenza di le circostanze del tempo e che la sua storia è vera.

Il racconto di Giuseppe Flavio è che “quando Porcio Festo fu mandato da Nerone come successore di Felice, i principali abitanti di Cesarea salirono a Roma per accusare Felice; ed era stato certamente condotto a punizione, a meno che Nerone non avesse ceduto alle sollecitazioni importune del fratello Palia, che in quel tempo era da lui avuto nel più grande onore” ( Antiq. , libro 20, capitolo 8, sezione 9). Il piano di Felice, quindi, nel sopprimere l'inimicizia dei Giudei, e conciliare il loro favore con l'ingiustizia a Paolo, non è riuscito, ed è uno di quei casi, così numerosi nel mondo, dove uno non guadagna nulla con la malvagità.

Cercò denaro da Paolo per iniquità, e fallì; cercò con l'ingiustizia di ottenere il favore degli ebrei, e fallì anche in questo. E la conclusione dall'intera transazione è che "l'onestà è la migliore politica" e che gli uomini in qualsiasi ufficio dovrebbero perseguire un corso di integrità ferma, costante e incrollabile.

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