Che cosa ti faremo? - Lo sapevano essere un profeta; gli chiedono la mente del suo Dio. Le sorti avevano indicato Giona come causa della tempesta; Giona stesso lo aveva ammesso, e che la tempesta era per la "sua" causa, e veniva dal "suo" Dio. “Grande era colui che fuggiva, più grande Colui che lo richiedeva. Non osano rinunciare a lui; non possono nasconderlo. Danno la colpa alla colpa; confessano la loro paura; chiedono a “lui” il rimedio, che è stato l'autore del peccato. Se è stato un errore riceverti, cosa possiamo fare perché Dio non si adira? Sta a te dirigere; nostro, obbedire».

Il mare si agitava ed era tempestoso , letteralmente "vagava e vorticava". Non solo era sempre più tempestoso, ma, come una cosa viva e obbediente alla volontà del suo Padrone, teneva il suo corso, le sue onde selvagge si agitavano e marciavano come battaglioni, schierate, schierate per il fine per cui erano state inviate, perseguire ed esigere lo schiavo fuggiasco di Dio. “Stava andando, come gli era stato ordinato; stava per vendicare il suo Signore; stava andando, inseguendo il profeta fuggitivo. Si gonfiava ad ogni istante e, come se i marinai fossero troppo in ritardo, si alzava con impennate ancora maggiori, dimostrando che la vendetta del Creatore non ammetteva ritardi.

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