Ma rifiutate le favole profane e da vecchie. — Qui Timoteo — che è stato in precedenza (cfr 1 Timoteo 4:1 ) messo in guardia contro un falso ascetismo, contro l'interpretazione innaturale delle parole di Cristo, contro la simpatia per un insegnamento che renderebbe gli uomini e le donne inadatti a ogni pratica- vita quotidiana — è ora sollecitato a guardarsi dalla tentazione di abbandonarsi allo studio prediletto e apparentemente allettante dei detti dei famosi rabbini ebrei, in cui ogni libro, quasi ogni parola — in molti casi le lettere delle Scritture Ebraiche — sono stati sottoposti a un'indagine acuta ma senza profitto.

In tale studio si perdeva troppo spesso lo spirito dei santi scrittori, e rimaneva solo un arido e sterile formalismo — comandamenti sulla decima di menta, anice e cumino — mentre le questioni più importanti della legge — giudizio, giustizia e verità - sono stati accuratamente setacciati. Attorno alla grande e antica storia ebraica crebbero tutti i tipi di leggende mitiche, finché per uno studente ebreo delle scuole rabbiniche la separazione del vero dal falso divenne in molti casi impossibile - attraverso tutto questo studio elaborato e attento ma quasi inutile.

Il ministro di Cristo doveva evitare queste interpretazioni strane e insolite, questa vasta raccolta fantastica di leggende, in parte vere e in parte false. Doveva considerarle semplicemente favole profane e da vecchie, come perfettamente inutili e persino dannose nel loro rapporto con la vita pratica di tutti i giorni.

Ed esercitati piuttosto alla pietà. — Invece di questi stanchi sforzi inutili — l'ascesi penosa e inutile da una parte, e gli infiniti e sterili studi rabbinici della Legge dall'altra — Timoteo, da buon ministro di Gesù Cristo, doveva donare tutte le sue pene e le sue fatiche promuovere una pietà attiva, sana, pratica tra la congregazione dei credenti, come abbiamo visto in 1 Timoteo 4:6 , con le parole: “forma sempre te stesso.

“Condurre una vita simile richiedeva dolori e sforzi incessanti, poiché la vera pietà è sempre uno stato progressivo . Certamente esercitarsi nella pietà sarebbe un compito abbastanza arduo da soddisfare l'anima più ardente, più entusiasta! La "pietà", o "pietà", a cui qui si allude, poiché il fine verso cui Timoteo doveva dirigere tutti i suoi sforzi, era quella pietà pratica che influenza per il bene, che fa lievitare con un santo lievito tutte le classi della società, tutta la vita, dello schiavo come del patrizio.

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