Onora le vedove che sono davvero vedove. — L'accenno alle relazioni di un pastore con le donne del gregge suggerisce un'altra linea di pensiero. Il cristianesimo aveva, durante i trent'anni della sua storia, sviluppato un'esistenza perfettamente nuova per le donne che professavano la fede di Gesù di Nazareth. Nel nuovo e strano comando del Maestro (nuovo e strano per il mondo civilizzato di quel tempo) — che i poveri, i bisognosi e i malati fossero soccorsi, che gli indifesi fossero aiutati e gli indifesi confortati — una chiamata benedetta era inventato.

così parla per le donne cristiane. La loro vita appartata e, sotto molti aspetti, degradata nel vecchio mondo era, in gran parte, dovuta al fatto che fino a quando Cristo non insegnava il dovere universale della carità, le donne non avevano un'occupazione pubblica riconosciuta nel mondo. L'incarico del Fondatore della nuova religione forniva un'infinita varietà di lavori benedetti e portatori di felicità per le donne di ogni età e rango.

La nuova importanza delle donne, tuttavia, in grandi centri come Efeso non solo richiedeva un'organizzazione che amministrasse l'elemosina, e in generale vegliasse e dirigesse i lavori di sacrificio della parte femminile della comunità, ma richiedeva anche una vigilanza speciale, da parte del capo parroco e dei suoi assistenti presbiteri e diaconi, per impedire che gli enti di beneficenza della Chiesa vengano utilizzati in modo improprio.

La vedova — la desolata e l'indigente, la vedova in lutto, appunto, colei che è in tutti i sensi vedova e non ha nessuno cui chiedere aiuto — ha sempre un diritto sulla Chiesa. Non solo è lei ad essere onorato da una semplice esposizione di rispetto, ma lei è di essere assistito e sostenuto dalle elemosine dei fedeli.

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità