Porta Zenas l'avvocato. — Un nome contratto, a quanto pare, da Zenodorus. Il termine “avvocato” potrebbe forse indicare che questo amico di Paolo era un giurista romano, ma è più probabile che la legge di cui era esperto fosse quella di Mosè. Ippolito lo annovera tra i settanta discepoli e racconta come negli anni successivi fu Vescovo di Diospoli. Non è mai menzionato per nome nel Nuovo Testamento, tranne che in questo luogo.

E Apollo. — Questo famoso insegnante appare spesso negli annali del Nuovo Testamento, negli Atti e in molte epistole. Eminente studioso alessandrino e discepolo di Giovanni Battista, fu convertito al cristianesimo per opera delle devote Priscilla e Aquila, i fabbricanti di tende. Divenne amico e intimo collaboratore di San Paolo e, se avesse scelto, avrebbe potuto rivaleggiare o addirittura sostituire San Paolo.

Paolo nella sua suprema autorità sulle chiese piantate lungo la costa mediterranea. Ma Apollo sembra aver risolutamente rifiutato tale rivalità, e aver vissuto sempre come l'amico leale e devoto del grande Apostolo; il quale, tuttavia, sembra che abbia sempre trattato il dotto ed eloquente Alessandrino come un pari potere nella Chiesa di Cristo, classificando Apollo con San Pietro e se stesso.

Il noto suggerimento di Lutero che Apollo fosse lo scrittore sconosciuto dell'Epistola agli Ebrei - "auctor Epistolæ ad Hebros... ut ego arbritror Apollo" - la cui paternità (sebbene non la canonicità) è stata oggetto di controversia fin dall'inizio come ai tempi di Origene, nella prima metà del terzo secolo, è stata adottata, naturalmente, con molta riserva, da molti. È stata richiamata l'attenzione sul fatto alquanto singolare che i nomi di questi tre amici di S.

Paolo, che furono classificati tra i suoi più fedeli seguaci in questa quasi l'ultima epistola che scrisse, derivavano da tre delle più famose divinità pagane: Zena da Zeus; Artema da Artemide, la famosa dea tutelare di Efeso; Apollo dal famoso dio del sole.

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