PREFAZIONE

In questo volume l'unico scopo dell'autore è stato quello di rintracciare l'unità di pensiero in uno dei libri più grandi e difficili del Nuovo Testamento. Ha cercato di immaginare il suo lettore come un membro di quella che nelle scuole domenicali del Galles è conosciuta come "la classe degli insegnanti", un laico cristiano premuroso, che non conosce il greco, e desidera solo essere aiutato nei suoi sforzi per venire al vero portamento e forza delle parole e per comprendere la connessione delle idee dell'autore sacro. Potrebbe non essere superfluo aggiungere che questo disegno non implica in alcun modo meno lavoro o pensiero da parte dello scrittore. Ma implica che il lavoro è velato. La critica è rigidamente esclusa.

Lo scrittore si è volutamente astenuto dal discutere la questione della paternità dell'Epistola, semplicemente perché non ha nuova luce da gettare su questo enigma permanente della Chiesa. È convinto che San Paolo non sia né l'autore reale né il creatore del trattato.

Nel caso in cui gli studenti di teologia volessero consultare il volume quando studiano la Lettera agli Ebrei, troveranno il greco riportato in fondo alla pagina, per servire da spunto, ogni volta che qualche punto di critica o di interpretazione sembra chi scrive a meritare la loro attenzione.

TCE

ABERYSTWYTH, 12 aprile 1888.

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