JEROBOAM GUIDA UNA RIVOLTA

(vv.1-18)

Roboamo fu insediato re a Sichem. Geroboamo che era andato in Egitto per paura del re Salomone, avendo saputo della morte di Salomone, tornò in Israele. Le tribù d'Israele avevano un certo rispetto per questo capo capace e gli chiesero di intercedere per loro presso Roboamo. Così Geroboamo e altri con lui andarono da Roboamo, dicendogli che Salomone aveva imposto loro dei pesanti fardelli e chiedendogli di alleggerire questa dura schiavitù affinché lo servissero volentieri (vv.3-4).

Roboamo chiese tre giorni per riflettere su questo (v.5), poi si consultò con gli anziani che avevano servito alla corte di Salomone. Gli consigliarono giustamente di essere gentile con la gente, trattandola così con rispetto e considerazione, e gli assicurarono che la gente avrebbe risposto per servirlo volentieri. Roboamo poteva benissimo permettersi di mostrare tale gentilezza, poiché aveva ereditato grandi ricchezze da suo padre.

Tuttavia, rifiutò il saggio consiglio degli uomini di esperienza (v.8) e accettò invece il consiglio stolto dei giovani che erano cresciuti con lui. Gli dissero di dare agli uomini d'Israele una risposta schiacciante: "Il mio mignolo sarà più grosso della vita di mio padre! E ora, mentre mio padre ha messo su di te un pesante giogo, io aggiungerò al tuo giogo: mio padre ti ha castigato con fruste, ma io ti castigherò con flagelli» (vv.10-11).

All'udire una risposta così dura dal re, non sorprende che il popolo si sia subito ribellato, dicendo: "Che parte abbiamo noi di Davide? Non abbiamo eredità nel figlio di Iesse" (v.16). Così dichiararono la loro immediata separazione da Giuda, una separazione che non è mai stata riparata e mai lo sarà fino a quando il Signore Gesù non tornerà in Israele alla fine della loro Grande Tribolazione.

Per vana ignoranza Roboamo mandò il suo capo esattore delle tasse a chiedere un reddito a questi israeliti, ma lo lapidarono a morte. Allora Roboamo si rese conto che i ribelli non stavano semplicemente bluffando, e guidò rapidamente il suo carro a Gerusalemme (v.18). per non subire la stessa sorte del suo servo.

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