Mi sento più disposto a chiedere chi fosse quest'uomo la cui voce Daniele udì, che a prestare attenzione a ciò che hanno scritto gli sforzi faticosi di uomini non risvegliati e non rigenerati, nel determinare secondo i loro presuntuosi ragionamenti riguardo al periodo dei duemilatrecento giorni. Il primo è istruttivo, interessante e redditizio. Quest'ultimo non può essere altro che una congettura, dopotutto, e troppo oscurato dal mistero per parlarne con certezza.

Ma vorrei umilmente proporre alla mente gentile, come soggetto di meditazione, se quest'uomo, la cui voce Daniele udì, non fosse il Glorioso Cristo Gesù! Chi, infatti, se non Gesù poteva essere per comandare a Gabriele di istruire Daniele? Lettore! è molto benedetto osservare nell'uscita di colui, che è stato capo e sposo della sua Chiesa dall'eternità, come il Signore vegliava sugli interessi del suo popolo in tutte le epoche: e come per la frequentissima manifestazione di se stesso ai santi dell'Antico Testamento, ha intimato la sua fermezza per il tempo a venire, quando dovrebbe apertamente tabernacolo tra il suo popolo.

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