(11) Se dunque la perfezione fosse dovuta al sacerdozio levitico (poiché sotto di esso il popolo riceveva la legge), che bisogno c'era ancora che un altro sacerdote sorgesse secondo l'ordine di Melchisedek, e non fosse chiamato secondo l'ordine di Aronne? (12) Essendo mutato il sacerdozio, si fa di necessità mutamento anche della legge. (13) Infatti colui di cui si dicono queste cose appartiene a un'altra tribù, della quale nessuno assisteva all'altare.

(14) Poiché è evidente che il nostro Signore è nato da Giuda; di cui tribù Mosè non disse nulla riguardo al sacerdozio. (15) Ed è ancora molto più evidente: poiché a similitudine di Melchisedek sorse un altro sacerdote, (16) Il quale è fatto non secondo la legge di un comandamento carnale, ma secondo la potenza di una vita eterna. (17) Poiché egli attesta: Tu sei sacerdote per sempre secondo l'ordine di Melchisedec.

(18) Poiché in verità c'è un annullamento del comandamento che precede per la sua debolezza e inutilità. (19) La legge infatti non ha perfezionato nulla, ma l'introduzione di una speranza migliore; per la quale ci avviciniamo a Dio. (20) E in quanto non senza giuramento fu fatto sacerdote: (21) (Poiché quei sacerdoti furono fatti senza giuramento; ma questo con un giuramento da parte di colui che gli disse: Il Signore ha giurato e non si pentirà, Tu sei sacerdote per sempre secondo l'ordine di Melchisedec:) (22) Da tanto Gesù fu reso garante di un testamento migliore. (23) Ed erano veramente molti sacerdoti, perché non si lasciava che continuassero a causa della morte: (24) Ma quest'uomo, perché continua sempre, ha un sacerdozio immutabile.

Tanto è stato detto di Melchisedec, e del suo ministero, tipico di Cristo, per mostrare l'infinita grandezza della Persona di Cristo; e l'infinita superiorità dell'ufficio sacerdotale di Cristo su tutti gli altri; il Capitolo ora riprende l'argomento, nell'annunciare, l'imperfezione della legge, e il Sacerdozio, in quella dispensazione, per rispondere allo scopo della salvezza; e che diventano, come è stato progettato, per accrescere la dignità di Cristo e per mostrare la vasta importanza del suo ufficio di sacerdozio.

La perfezione non è mai stata intesa dal sacerdozio levitico, è stata progettata, ma come un'ombra di buone cose a venire. La natura stessa del suo servizio portava con sé la più completa convinzione che non avrebbe mai potuto, in quanto attinente alla coscienza, rendere perfetti coloro che vi giungevano. L'uso quotidiano ne manifestava la debolezza. E senza un occhio a qualche sostanza, che avrebbe dovuto prefigurare, non poteva esserci alcuna affinità tra il peccato di un uomo e il sangue di una bestia.

Perciò dice l'Apostolo; la legge non ha reso nulla di perfetto. Il peccatore, il levita, il sacerdote e tutto il servizio, nessuno di loro poteva derivare la santità, né comunicare la santità da essa. Ma il tutto, essendo semplicemente un segno esteriore, o un simbolo, di qualche atto più importante, adombrava la propria imperfezione; più compiutamente per introdurre la sostanza, a cui si riferiva. E così, come premessa al Vangelo di Cristo, divenne a suo modo molto utile; poiché mentre non rendeva nulla di perfetto, lo fece l'introduzione di una speranza migliore, mediante la quale ci avviciniamo a Dio.

E non solo la legge, ma i sacerdoti della legge, hanno manifestato la loro insufficienza. Nessun giuramento né li introdusse né li confermò poi nel loro ufficio. Ma la consacrazione di Gesù aveva entrambi. Inoltre, la moltitudine dei Sacerdoti quotidiani; e la necessità della loro successione, per cagione della morte, portava insieme ad ambedue l'imperfezione del loro ordine. Considerando che Cristo, nell'eternità della sua natura; e la qualità perpetua e immutabile del suo ufficio; dimostrò la verità di essere stato chiamato ad essa da Colui, che giurava e non poteva pentirsi, quando gli disse: Tu sei sacerdote per sempre secondo l'ordine di Melchisedec, Salmi 110:4

non devo trasgredire. Ma quale moltitudine di dolci pensieri sorgono da questa visione unica di Gesù e della perfezione del suo sacerdozio, in contrasto con l'imperfezione della legge, e la povertà e l'impotenza del sacerdozio levitico? E ancora, come viene esaltato il tutto nel ricordo, che la stessa nomina di tutti prima di Cristo era solo rappresentazioni ombrose; ma sua la sostanza, alla quale tutti amministravano? E ancor più come tutti non erano che semplici ombre, e Cristo l'unica materia del tutto, il suo stesso Sacerdozio deve essere impegnato per rendere il tutto efficace.

Cristo non era mai stato nominato Sommo Sacerdote, né introdotto con un tale mondo di solennità e importanza in esso, ma con la più completa certezza che tutti gli scopi della sua alta amministrazione dovevano essere realizzati. Così infinitamente preziosi, e così eternamente sicuri, sono i fini, per i quali Cristo fu fatto Sommo Sacerdote; e ciò non secondo la legge di un comandamento carnale, ma secondo la potenza di una vita senza fine.

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