«Allora Gesù parlò alla moltitudine e ai suoi discepoli, (2) dicendo: Gli scribi e i farisei siedono sulla cattedra di Mosè: (3) Perciò tutto quello che vi ordinano di osservare, osservatelo e fate; ma voi dopo le loro opere, perché dicono e non fanno, (4) poiché legano fardelli pesanti e dolorosi da portare e li caricano sulle spalle degli uomini, ma essi stessi non li muoveranno con un dito.

(5)Ma tutte le loro opere fanno per essere visti dagli uomini: allargano i loro filatteri e allargano i bordi delle loro vesti, (6)E amano le stanze più alte nelle feste e i primi posti nelle sinagoghe, ( 7) E saluti nei mercati, ed essere chiamato da uomini, Rabbi, Rabbi. (8) Ma non vi chiamate Rabbi: uno è il vostro Maestro, proprio Cristo; e tutti voi siete fratelli. (9) E non chiamate nessuno padre vostro sulla terra, perché uno è il Padre vostro, che è nei cieli.

(10) Non siate chiamati padroni: uno è il vostro Maestro, anche Cristo. (11) Ma colui che è il più grande tra voi sarà vostro servitore. (12) E chiunque si innalzerà sarà abbassato; e chi si umilia sarà esaltato».

Questo capitolo, se non ce ne fosse altro in tutto il libro di Dio, per allarmare la mente sulle terribili conseguenze della giustizia farisaica, è di per sé sufficiente a suscitare le più serie apprensioni al riguardo. Gesù, che sapeva ciò che c'era nell'uomo, e alla cui scienza divina ogni cuore era aperto, vide in quegli uomini una santità così falsa, che nessun linguaggio appariva abbastanza forte da manifestare il suo grave dispiacere per la loro condotta.

tutto ciò che hanno fatto è stato fatto, ha detto il Signore, in vista dell'approvazione degli uomini. E le immagini forti di sepolcri imbiancati, guide cieche e simili, con cui il Signore li ha rappresentati, possono servire a mostrare in quale luce li considerava. In questi primi versetti del capitolo, il Signore Gesù mette in guardia i suoi ascoltatori dall'imitazione della loro condotta. Di seguito pronuncia su di loro i più terribili guai.

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