Avendo dunque doni diversi secondo la grazia che ci è data, se profezia, profetizziamo secondo la proporzione della fede; (7) O ministero, aspettiamo il nostro ministero: o colui che insegna, sull'insegnamento; (8) O chi esorta, su esortazione: chi dà, lo faccia con semplicità; chi governa con diligenza; colui che mostra misericordia, con allegria. (9) Lascia che l'amore sia senza dissimulazione.

Aborrite ciò che è male; attaccati a ciò che è buono. (10) Siate affezionati gli uni agli altri con amore fraterno; in onore preferendo l'un l'altro; (11) Non pigro negli affari; fervente nello spirito; servire il Signore; (12) Rallegrarsi nella speranza; paziente nella tribolazione; istante continuativo nella preghiera; (13) Distribuire alla necessità dei santi; dato all'ospitalità. (14) Benedici coloro che ti perseguitano: benedici e non maledire.

(15) Rallegratevi con quelli che si rallegrano e piangete con quelli che piangono. (16) Siate della stessa mente l'uno verso l'altro. Non badare alle cose alte, ma accondiscendere agli uomini di basso ceto. Non essere saggio nelle tue convinzioni. (17) Non ricompensare a nessuno male per male. Fornisci cose oneste agli occhi di tutti gli uomini. (18) Se è possibile, per quanto è in te, vivi pacificamente con tutti gli uomini.

Ecco le indicazioni di grazia, che scaturiscono da una vita di grazia nel cuore, e che si addicono a tutte le membra del Corpo mistico di Cristo; sia ai ministri che al popolo. E ciò che è necessario osservare, non furono dati per la Chiesa solo in quel tempo, ma riguardarono la Chiesa di Dio in tutti i tempi. Lo dico piuttosto, perché si potrebbe supporre da quanto dice l'Apostolo della profezia, che essendo cessato da tempo il dono della profezia, ovvero il presagio di avvenimenti futuri, non essendo più necessario, questa esortazione è soppressa.

Ma la profezia che l'Apostolo sembra avere in vista, scrivendo alla Chiesa in comune, come in questo caso, non aveva alcun riferimento a quel senso di profetizzare che significa predizione. La profezia è talvolta usata per predicare, vedi Matteo 7:22 . E l'Apostolo raccomandava alla Chiesa di Corinto di seguire la carità e di desiderare i doni spirituali, ma padre che potessero profetizzare. Con ciò si può supporre che intendesse predicare, se il Signore li chiamasse ad essa, 1 Corinzi 14:1

Parimente, quando l'Apostolo in questa esortazione raccomanda alla Chiesa di non essere indolente negli affari; non si può supporre che intendesse gli affari mondani e le preoccupazioni di questa vita. Infatti, sebbene sarebbe sempre un biasimo per gli uomini trascurare le lodevoli e oneste preoccupazioni di se stessi e delle famiglie, per il mantenimento nello stadio di vita dove il Signore nella sua provvidenza li ha posti; eppure, per la maggior parte, gli uomini sono troppo vivi, e anche il popolo del Signore anche, alle occupazioni delle cose temporali, per aver bisogno di esortazioni su questo punto alle cure mondane, è chiaro che Paolo, quando disse, non pigro nel affari, significavano affari spirituali, perché subito aggiunse, fervente nello spirito, servendo il Signore.

E questo divenne una dolce e graziosa raccomandazione dell'Apostolo, e una prova che sentiva in sé ciò che aveva detto poco prima ad altri, di essere affezionato. Ma se Paolo fosse vissuto nell'ora presente della Chiesa, che cosa avrebbe detto a quella fredda indifferenza che segna l'epoca nello spirito tiepido e laodicese, così dolorosa per il vero seguace del Signore Gesù, e così altamente rimproverata da Cristo? lui stesso! Apocalisse 3:15

Non solo c'è una grande bellezza nelle grazie cristiane che l'Apostolo ha enumerato in quei versetti, ma anche un bell'ordine nel modo in cui le ha segnate. Rallegrarsi nella speranza è posto molto opportunamente prima dell'essere pazienti nella tribolazione. E la gioia con i felici, prima del pianto con quelli che piangono. Finché il figlio di Dio non è egli stesso stabilito nella grazia della speranza, non può sapere come amministrare agli altri la consolazione.

Né si può mischiare la lacrima della grazia con chi è in lutto, a meno che egli stesso non abbia mescolato le proprie lacrime con il vino speziato del melograno. Rimando il Lettore al mio Commento su questi punti per la giusta apprensione, secondo il mio punto di vista, di quelle dolci e graziose occupazioni, Romani 5:1 ; Matteo 5:1 .

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