Contempliamo spesso Gesù Cristo sui suoi due troni, quello della sua misericordia e quello della sua giustizia; della sua misericordia, dov'è attualmente seduto come nostro pietoso sommo sacerdote, per elargirci le ricchezze della sua grazia; della sua giustizia, dove un giorno siederà come giudice, per esaminare nel modo più rigoroso sia la nostra fede che la nostra pratica. I nostri fratelli separati pretendono di provare da questo testo che non abbiamo bisogno dell'aiuto dei santi per ottenere alcun favore.

Ma con questo argomento possono anche portarsi via gli aiuti e le preghiere dei vivi l'uno per l'altro. Perché noi non abbiamo bisogno dell'aiuto né dei santi del cielo, né dei nostri fratelli in terra, per una qualche sfiducia nella misericordia di Dio, ma per la nostra stessa indegnità, convinti che la preghiera di un uomo giusto giova di più con lui, che il desiderio di un grave peccatore; e di un numero che intercede insieme, piuttosto che di uno solo.

Questo non possono negare, se non negano le sacre Scritture. Né veniamo a Lui meno, o con meno fiducia, quando veniamo accompagnati con le preghiere di angeli, santi, sacerdoti o giusti, con noi, come affettuosamente immaginano e pretendono; ma con molta più fiducia nella sua grazia, misericordia e meriti, che se pregassimo noi stessi da soli. (Bristow)

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