Ma cresci nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. A Lui sia gloria ora e per sempre. Amen.

Nel fatto che la nuova terra sarà la dimora della giustizia, è racchiuso un solenne monito a tutti i credenti: Perciò, carissimi, poiché aspettate queste cose, usate ogni diligenza per essere trovati immacolati e irreprensibili ai suoi occhi. Noi cristiani sappiamo che una vita di santificazione, in cui evitiamo il peccato e ci sforziamo seriamente di compiere la volontà di Dio sotto ogni aspetto, non meriterà la salvezza.

Ma come figli di Dio il nostro unico desiderio è quello di compiacere il nostro Padre celeste conducendo una vita conforme alla Sua volontà. Essendo stati resi partecipi della redenzione di Cristo, abbiamo anche ricevuto il suo completo adempimento della Legge di Dio, la sua giustizia ci è stata imputata. Per questo è possibile per i cristiani almeno dare inizio a una vita di santificazione.

Di una cosa i cristiani non devono mai perdere di vista: e considerare la longanimità di nostro Signore come salvezza. Il fatto che il Signore abbia tanta pazienza con la gente del mondo, anche con noi, da non mandare il castigo tutte le volte che lo meritiamo e nella misura in cui lo meritiamo, significa per noi salvezza. Il tempo presente è ancora un tempo di grazia per noi, e dovremmo preoccuparci seriamente di trarre il meglio da questo tempo, sapendo che la ricompensa della grazia di Dio verrà su di noi, ci sarà data, alla fine.

San Pietro fa ora riferimento alle lettere di Paolo per sostanziare le sue parole: Come anche il nostro amato fratello Paolo, secondo la sapienza datagli, vi ha scritto, come anche in tutte le sue lettere, parlando in esse di queste cose, nelle quali sono alcuni passaggi difficili, che gli ignoranti e gli instabili distorcono, come anche le altre Scritture, a loro stessa distruzione. Sono qui evidenti due punti, l'ispirazione delle lettere di Paolo e l'accordo tra la dottrina insegnata dai vari apostoli.

Pietro dice di Paolo che è un fratello amato, maestro della Chiesa con se stesso, che Paolo non ha scritto la sua filosofia, ma ha scritto ciò che la Sapienza dall'alto gli ha suggerito di dire. Pietro può avere in mente soprattutto le lettere di Paolo ai Galati e agli Efesini. In queste lettere, come in altre che Paolo inviò a varie congregazioni, trattava delle stesse dottrine, delle stesse verità fondamentali del cristianesimo; di cui Pietro aveva qui discusso, e insegnò gli stessi fatti.

Ma con una nota di tristezza prosegue l'apostolo, affermando che alcune persone non istruite, prive di preparazione mentale e giudizio equilibrato, e alcune che erano instabili, che non erano ancora pienamente e solidamente stabilite nella dottrina cristiana, avevano distorto o distorto il suo parole e detti. Lo stesso avevano fatto anche con le altre Scritture, con gli scritti dei profeti, degli apostoli e degli evangelisti, e ciò a loro dannazione.

Sembra strano che le Sacre Scritture, che contengono, come contengono, le verità fondamentali della salvezza in passaggi così semplici e inequivocabili, debbano tuttavia offrire a moltissime persone, di solito come quelle prive di formazione per una spiegazione intensiva della Bibbia, l'occasione per insegnare le più grandi eresie. Basta dare uno sguardo ad alcune pagine dei libri pubblicati dai settari più moderni per convincersi della verità di questa affermazione.

Ciò che Paolo e Pietro e tutti gli apostoli insegnarono sulla libertà cristiana, sul peccato e sulla grazia, sulla corruzione della natura dell'uomo, sulla salvezza solo per grazia, tutte queste dottrine sono confuse, contorte e modificate fino a rendere impossibile ai lettori soddisfazione dalla presentazione. E gli autori, a meno che la fede del loro cuore non differisca dalla fede della loro penna, riceveranno a se stessi la dannazione.

Seguiamo semplicemente la regola di Lutero e spieghiamo i passaggi difficili alla luce di quelli che sono assolutamente chiari. E dove una soluzione non è possibile, insegniamo allegramente ai nostri cuori la pazienza, sapendo che tutto ci sarà reso chiaro quando raggiungeremo la nostra casa di sopra.

Per inciso, ascoltiamo l'avvertimento dell'apostolo: Tu, dunque, cari, sapendo questo prima, sta' attento, affinché, portato via dall'errore degli uomini senza legge, (tu) cadi dalle tue stesse fondamenta. È per mezzo di avvertimenti come questi che i cristiani sono messi in grado di stare alla ricerca di settari che pervertono il misericordioso Vangelo di Gesù Cristo. Sanno cosa possono aspettarsi e si comportano di conseguenza.

Non permetteranno che le false interpretazioni di uomini empi ed empi li sommergano, li portino via dai piedi, perdano le loro fondamenta. Hanno l'affidabile, la solida base del Vangelo, e non rischieranno le sabbie mobili dell'interpretazione umana della Parola. La Parola interpreta se stessa, e noi dovremmo accontentarci della spiegazione così offerta, e non cercare interpretazioni che siano intese a soddisfare la ragione umana.

Con questo pensiero in mente l'apostolo conclude: Ma cresci nella grazia e nella comprensione di nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. Questa è la felicità del cristiano: crescere in grazia, nella convinzione fondata sul Vangelo che noi possediamo la grazia di Dio in Cristo Gesù, che i suoi meriti ci sono stati imputati e che la nostra eredità ci aspetta lassù. Divenendo più saldamente radicati in questa convinzione giorno dopo giorno, cresciamo anche nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo; poiché quei fatti sono i fatti essenziali per questa vita e per il mondo a venire. Perciò ci uniamo all'apostolo nella sua fervente dossologia in lode di Cristo Salvatore: A lui sia gloria ora e nel giorno dell'eternità. Amen.

Riepilogo. Parlando dell'arrivo certo del giorno del Signore, l'apostolo mette in guardia contro gli schernitori che deridono l'idea, sottolinea la certezza del ritorno del Signore, mostra quale atteggiamento dovrebbero assumere i cristiani e li ammonisce a mostrare tutta la fermezza nella fede.

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