Poiché aggiunge ribellione al suo peccato, cioè, con i suoi discorsi audaci e accusatori contro Dio, batte le mani in mezzo a noi, con scherno e derisione, e moltiplica le sue parole contro Dio. Un tale comportamento, deduce Elihu, è del tutto incompatibile con le pretese di vera pietà, come costantemente fatte da Giobbe. La vera coscienza del peccato non permetterebbe a un credente di rivolgersi al Signore nel modo assunto da Giobbe.

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