“Sii fedele fino alla morte”

Apocalisse 2:8

Questa epistola ha un nuovo pathos e significato se la colleghiamo al "beato Policarpo", che quasi certamente era l'angelo o il primo ministro della chiesa di Smirne. Fu discepolo di Giovanni. Ireneo, vissuto una generazione dopo, racconta come, nella prima fanciullezza, avesse udito dalle labbra di Policarpo ciò che Giovanni gli aveva detto della persona, del dialogo e del ministero terreno di nostro Signore.

Come deve essere stato dolce per lui il conforto di questa epistola nella scena conclusiva della sua vita, quando, a ottantasei anni, fu condannato al rogo! Nota come ogni riga di esso aveva un messaggio per lui, come per tutti coloro che sono chiamati a seguire le sue orme. Il Salvatore gli ricordò che al di là delle sofferenze di questa breve vita lo attendeva una corona, che avrebbe abbondantemente ricompensato la sua fedeltà.

Che musica c'è in quelle parole ispiratrici! Anche la corona di gloria di Pietro e la corona di giustizia di Paolo sembrano svanire in confronto a questa “corona della vita”. Il pensiero permise a Policarpo di dire sul rogo: "Ti rendo grazie di cuore che mi hai portato a quest'ora, affinché io possa avere la mia parte nel calice del tuo Cristo, alla risurrezione della vita eterna, attraverso l'operazione del tuo Spirito Santo”.

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità