L'ultimo capitolo dell'epistola è locale e personale. Nelle prime frasi vengono rivelati principi importanti sul vero metodo del dare cristiano. Deve essere regolare e sistematico piuttosto che occasionale e spasmodico. È essere personali e soli, perché posare in negozio non significa mettere in un cestino di raccolta in una riunione, ma dividere e custodire privatamente.

Seguono riferimenti pieni di suggestiva bellezza a Timoteo e ad Apollo, e ingiunzioni epigrammatiche e energiche: "Vigilate", "State saldi nella fede", "Lasciatevi come gli uomini", "Sii forte". Queste quattro ingiunzioni sono in realtà solo due, essendo i primi due complementari e correlativi, e anche gli ultimi due.

La lettera si conclude con questioni di natura personale, che respirano tutte lo stesso spirito di amore e di comunione. Infine, l'apostolo prese in mano la penna. Si noti subito che il carattere di ciò che ha scritto è definito dall'inizio, in cui dichiara di scrivere un saluto; e dalla chiusura, che parla della grazia del Signore Gesù, e dell'amore di Paolo a tutti. Tra questi si trovano le parole che alcuni hanno pensato come maledizione.

In realtà, non hanno nulla dello spirito di rabbia. Contengono l'affermazione solenne di un fatto accertato, qualcosa da cui non c'è scampo più che dalla certezza della morte a chi è privato del sostentamento; o dalla necessità di sanzione per coloro che violano le leggi della natura. Il punto di vista di Paolo sulla Signoria di Gesù è tale da spingerlo a dichiarare che se un uomo non ama il Signore, non c'è altra alternativa che il Suo anatema.

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