«Eppure vorrei che tutti gli uomini fossero uguali a me. Comunque ogni uomo ha il suo dono da Dio, uno in questo modo e uno dopo l'altro.'

La sua stessa predisposizione è, per coloro che hanno il dono come lui ("Vorrei che tutti gli uomini fossero come me, dotati di rimanere celibe") di favorire il non sposarsi, perché così una persona può dedicarsi a tempo pieno alla diretta servizio di Dio, ma riconosce che persone diverse hanno doni diversi e molti non hanno il dono del celibato, mentre altri non hanno il dono del matrimonio.

Non è colpa loro. Ognuno ha i propri doni e deve dirigere la propria vita di conseguenza. Così sia il celibato che il modo di vivere coniugale derivano dal dono di Dio. Gli uomini in realtà non scelgono quale sono destinati ad essere. Dipende da come sono stati dotati. Nessun uomo può essere visto come più spirituale o meno spirituale a causa del modo in cui è stato precedentemente dotato. Questa è la scelta di Dio, non dell'uomo.

Nel riferirci ai doni non dobbiamo vederli come 'doni spirituali'. Sono infatti doni molto carnali (nel senso migliore). Sono doni, ma sono i 'doni' fondamentali di come un uomo o una donna è fatto fisicamente, sebbene accresciuti dalla forza ricevuta da Dio. Paolo è ben consapevole che la propria vita è stata sotto la sorveglianza di Dio dall'inizio alla fine e può quindi parlare di 'doni' dati in attesa di essere convertiti.

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità