Entrare nei templi idolatri e mangiare il cibo offerto agli idoli (8:1-11:1).

Paolo ora affronta una questione centrale nel cuore di ogni gentile convertito. A Corinto come in altre città gentili l'idolatria entrava in ogni parte della vita. Ha influenzato ogni aspetto della vita. La domanda allora era come avrebbero dovuto affrontare il problema i cristiani?

L'esempio principale trattato in questo capitolo è il consumo di carne offerta in sacrificio a un dio, all'interno di un tempio o santuario. Tali pasti sacrificali si svolgevano regolarmente, spesso su invito speciale dei soci, comportando sacrifici agli dèi, ai quali ovviamente nessun cristiano poteva partecipare direttamente, seguiti dalla separazione della carne in modo che una parte fosse offerta al dio, parte fosse mangiata da il popolo, ed una parte veniva deposta sulla sacra mensa, messa a disposizione dei sacerdoti ed eventualmente anche del popolo.

Una domanda principale era: i cristiani dovrebbero consumare pubblicamente tale carne all'interno del recinto del Tempio, o addirittura non mangiarlo affatto? Una lezione importante che scaturisce dalla discussione è quella di fare o non fare cose che, sebbene possibilmente non sbagliate in sé stesse, fanno inciampare spiritualmente gli altri.

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