«Familiari, siate sottomessi ai vostri padroni con ogni timore, non solo ai buoni e miti, ma anche ai duri».

Il fatto che le istruzioni fossero date ai domestici/schiavi sarebbe stato sorprendente per il mondo antico. L'opinione generale era che fossero i padroni a dover essere istruiti su come comportarsi nei confronti dei loro servi, non gli schiavi nei confronti dei loro padroni. Schiavi e servi non avevano voce in capitolo. Ma il Vangelo capovolge le cose. Pietro, come Paolo, conferisce ai servitori lo status e li mette nella posizione di essere coloro che potrebbero fare una scelta, accrescendo così il rispetto di sé stessi e consentendo loro di riconoscere che avevano il controllo sulla propria vita, anche se erano schiavi o servitori umili.

Il suo consiglio viene fornito ai servitori all'interno di una famiglia, schiavi o liberi. Devono essere obbedienti ai loro padroni e trattarli con il dovuto rispetto perché loro stessi (i servi) camminano nel timore di Dio. E questo non solo verso i buoni e i miti, ma verso tutti, anche quelli che sono severi, ingiusti o difficili da accontentare. In questo modo avrebbero preso in carico la propria vita e dimostrato che, sebbene fossero 'liberti di Dio', hanno comunque adempiuto ai propri doveri e responsabilità come servitori perché erano obbedienti a Gesù Cristo.

Questo porterebbe quindi anche il cristianesimo a favore. E chi sapeva se così facendo avrebbero potuto conquistare i loro padroni per Cristo? (Confronta 1 Pietro 3:1 ). E in fondo comportarsi da buoni servi faceva parte della loro vocazione ( Matteo 20:26 ).

In questo modo eviterebbero anche di screditare il cristianesimo, essendo visti come incoraggiatori di comportamenti cattivi o insolenti o di illegalità. Eviterebbe al loro comportamento di cristiani riconosciuti di essere una cattiva testimonianza e, di conseguenza, causare problemi ad altri schiavi cristiani, che potrebbero essere contaminati da qualsiasi cattivo esempio, e dimostrerebbe che l'amore di Dio verso i loro padroni era attivo nel loro vive. Sarebbe vivere di ciò che hanno insegnato e creduto ( Matteo 5:42 ).

E in effetti, aiuterebbe a garantire il proprio benessere e il benessere dei conservi cristiani. Perché da un lato un comportamento recalcitrante avrebbe potuto benissimo portare gli schiavi cristiani a essere inutilmente bandito dall'assistere alle adunanze cristiane, sulla base del fatto che tali adunanze erano sovversive e producevano cattivi servitori, mentre dall'altro un buon comportamento avrebbe potuto benissimo avere l'effetto opposto. Una volta che i padroni avessero scoperto che diventare cristiani produceva un buon servitore, sarebbero stati felicissimi che i loro servitori diventassero cristiani.

Normalmente, infatti, nessun padrone di quei tempi avrebbe dovuto scoraggiare i suoi servi dall'adorare i propri dèi poiché era riconosciuto che anche gli schiavi dovevano avere del tempo libero per adorare tali dèi (di cui molti approfittavano a proprio vantaggio), mentre per non fornire loro l'opportunità potrebbe portare l'ira del dio su se stessi. Ma sarebbe tutta un'altra cosa se si scoprisse che tale adorazione produce un comportamento insolente da parte di uno che si sente superiore perché si considera un "cittadino del cielo", e quindi sente che è troppo importante per essere tenuto a servire.

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