"Infine, fratelli, rallegratevi ("arrivederci"). Sii perfezionato; essere consolato; essere della stessa mente; vivi in ​​pace, e il Dio dell'amore e della pace sarà con te».

Con questo pensiero passa ai suoi addii. Li vede ancora come "fratelli e sorelle" (fratelli), e dice loro di "rallegrarsi" (mentre dicendo letteralmente "rallegrarsi", alcuni si traducono come addio, vedendolo forse un po' come i nostri "applausi", cioè "sii di bene allegria'). Il suo pensiero principale è che potrebbero essere gioiosamente reattivi. Poi li esorta a crescere verso la piena maturità, verso la perfezione, a godere dell'incoraggiamento e del conforto di Dio, ad essere simili e uniti ea vivere in pace.

Così essi 'non faranno alcun male' ( 2 Corinzi 13:7 ), e invertiranno le tendenze che teme siano sorte tra loro ( 2 Corinzi 12:20 ). se 'non fanno alcun male', tutti i suoi disaccordi con la chiesa cesseranno, perché sono i loro mali di cui si preoccupa.

Il male di rifiutare il suo apostolato, il male di tutti i peccati di cui ha dovuto accusarli. Allora il Dio dell'amore e della pace sarà con loro. Perché come possono conoscere un tale Dio se non vivono nell'amore e nella pace?

Sorprendentemente questo è l'unico riferimento del Nuovo Testamento al "Dio dell'amore", mentre "il Dio della pace" è più comune. Suggerisce che Paolo usi qui la frase proprio per incoraggiare tra loro l'amore, l'amore che tanto manca (cfr 1 Corinzi 13 ), amore che sfocia anche nella pace.

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