'Allora Paolo rispose: “Che fai, piangi e spezzi il mio cuore? Perché io sono pronto non solo ad essere legato, ma anche a morire a Gerusalemme per il nome del Signore Gesù». '

Ma Paolo li rimproverò. Sapeva che era destinato ad andare a Gerusalemme e disse loro che le loro suppliche gli stavano solo rendendo le cose più difficili. Infatti quel loro pianto gli spezzava il cuore. Ma voleva che sapessero che era la volontà del Signore, e che era pronto, non solo ad essere legato a Gerusalemme (che era ciò che era stato profetizzato), ma anche, se necessario, a morirvi. Né lui né loro si resero conto delle opportunità che il suo essere legato gli avrebbe dato di testimoniare davanti ai governanti e di proclamare liberamente la parola a Roma. In effetti, visto l'odio per Paolo tra i Giudei, che volevano ucciderlo, può darsi che trovarsi in una specie di tenera prigionia fosse il luogo più sicuro da cui svolgere il suo ministero.

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