DISCOURSE: 1804
PAUL’S READINESS TO SUFFER FOR CHRIST’S SAKE

Atti degli Apostoli 21:13. Then Paul answered, what mean ye to weep and to break mine heart? for I am ready not to be bound only, but also to die at Jerusalem for the name of the Lord Jesus.

INNUMERABLE are the devices of our great adversary, to blind our eyes, and to keep us in a course of sin; and, when we have been enabled to burst the chains in which he once led us captive, he labours still to tempt and beguile us in every possible way, if so be he may prevail at last to turn us aside from God. None, whilst they continue in the flesh, are out of the reach of his assaults. Even our blessed Lord, when he condescended to assume our nature, “was in all things tempted as we are, though without sin.

” And such is the subtlety of Satan, that he will instigate even the best of men to become tempters to their brethren. He stirred up Peter to dissuade his Lord from submitting to those sufferings which he had covenanted to endure: and in like manner he moved the saints at Cesarea to dissuade Paul from going up to Jerusalem, whither he was proceeding for the furtherance of his Master’s cause. There was at Cesarea a prophet named Agabus, who took Paul’s girdle, and bound with it his own hands and feet, and then declared that the owner of that girdle should so be bound by the Jews at Jerusalem, and be delivered into the hands of the Romans.

Immediately all the saints at that place besought Paul with tears to desist from his purpose, that by staying away from Jerusalem he might avoid the predicted evils. This advice, though well meant on their parts, proceeded in reality from Satan himself; who knew, that if he could intimidate the Apostle Paul, he should gain a material advantage over the whole Church of God. But Paul was aware of Satan’s device, and saw his agency, though under the semblance of an angel of light: and his answer to his weeping friends shews how every Christian should act, when tempted to turn from the path of duty; “What mean ye to weep and to break mine heart? for I am ready not only to be bound, but also to die at Jerusalem for the name of the Lord Jesus.”
From these words we shall take occasion to shew,

I. That the Lord Jesus Christ is worthy of all that we can do or suffer for him—

Were Christians as well acquainted with their Lord as they ought to be, there would be no occasion to insist upon so obvious a truth. But that none may continue ignorant of it, we entreat you to consider,

1. Who he is—

[He is no other than God’s co-equal, co-eternal Son; “God of God, Light of light, very God of very God;” even “God over all, blessed for evermore.” Every perfection of the Deity is his — — — He is “the brightness of his Father’s glory, and the express image of his person.”
Now we are told, that “for a good man some would even dare to die:” shall less regard then be shewn for him who is God, as well as man? If our admiration of a creature’s excellence be such as to make us voluntarily surrender up our life for him, shall any thing be deemed too much to do or suffer for the Creator, in whom all excellence is combined, and from whom all excellence proceeds? Shall a star be so admired, and the il sole stesso non è glorioso ai nostri occhi?]

2. Ciò che ha fatto e sofferto per noi:

[Da tutta l'eternità, prima che noi o anche i mondi fossero fatti, ha posto su di noi il suo amore e ha stretto un'alleanza con il Padre per redimerci dalle miserie, che ha previsto che avremmo dovuto portare su di noi. Nella pienezza dei tempi ha preso su di sé la nostra natura proprio per questo scopo: sì «sebbene fosse in forma di Dio, e credendo non fosse un furto essere uguale a Dio, si spogliò di tutta la sua gloria e prese su di lui la forma di un servo.

Durante tutta la sua permanenza sulla terra fu un uomo di dolori e conosceva il dolore: e, giunta l'ora stabilita, si arrese nelle mani dei suoi nemici, e "divenne obbediente fino alla morte, anche alla morte del attraverso."
Cosa dobbiamo dire a queste cose? Ha agito così verso di noi quando nemici; e dobbiamo rendere conto di qualcosa di troppo da fare o soffrire per Colui che si è mostrato così grande a. amico? ]

3. Quello che sta ancora facendo per noi—

[Giorno e notte intercede per noi, affinché l'ira di Dio, che abbiamo meritato, sia scongiurata da noi. Da dove mai ai fichi aridi come noi è ancora permesso di ingombrare il terreno? Se non avesse supplicato tante volte: "Risparmiali, o Padre mio, un altro anno!" non dovremmo essere stati abbattuti da molto tempo e gettati nel fuoco?
Ecco come, nonostante tutta la nostra ostinazione nel peccato.

sta ancora inviando la sua parola per istruirci, i suoi ministri per invitarci, anzi, anche il suo spirito buono a lottare con noi, se in qualche modo può salvare in vita le nostre anime. Sappiate che ogni buon proposito o desiderio che sia mai esistito nel vostro seno è stato ispirato da lui, al fine di ricondurvi a casa nell'ovile di Dio.
Soprattutto, guarda cosa sta facendo per il suo popolo credente; inchinati, veglia su di loro per sempre, soddisfa ogni loro bisogno, svolge il suo buon lavoro nelle loro anime e li rende più che vincitori su tutti i loro nemici!
Pensa a queste cose; e poi di': se un tale amore non ti debba costringere a vivere per lui, e, se necessario, a dare la tua vita per lui?]
In verità, se non sentiamo alcun peso in tali considerazioni, non possiamo avere alcun interesse per Cristo; perché è certo,

II.

Che il vero cristiano ha imparato ad apprezzare debitamente il suo valore —

Non diciamo che ogni cristiano ha le conquiste dell'apostolo Paolo: ma ognuno gli somiglia in questo, che nutre pensieri degni di Cristo,

1. Nelle convinzioni della sua mente:

[I cristiani solo nominali si accontentano di complimentare Cristo con il nome di Salvatore: ma il vero credente ha un senso pratico della sua eccellenza: vede Cristo come l'unico fondamento di tutte le sue speranze: vede che nient'altro che il suo sangue espiatorio potrebbe mai avere ha ottenuto per lui la riconciliazione con il suo Dio offeso — — — Salvo il fatto che sia redento dal sangue di Cristo, il credente non ha più speranza degli angeli caduti: è convinto che con loro dovrà prendere la sua parte per l'eternità, se non lo sarà interessato a quel grande Sacrificio che è stato fatto per i peccati del mondo intero.


Acquistato con il prezioso sangue di Cristo, il credente vede di essere proprietà del Signore e che dedicarsi interamente a Lui non è solo un servizio gradito, ma altamente “ragionevole”. Nella deliberata convinzione della sua mente «egli così giudica che se uno è morto per tutti, allora tutti dovrebbero vivere, non per se stessi, ma per Colui che è morto per loro ed è risorto». E questo diciamo è il sentimento universale di tutti i veri cristiani: poiché l'Apostolo dice: «Nessuno di noi (di noi cristiani) vive per se stesso, e nessuno muore per se stesso; ma se viviamo, viviamo per il Signore, e se moriamo, moriamo per il Signore; così che, vivi o morenti, siamo del Signore”.]

2. Nei propositi del suo cuore:

[Questo non è un sentimento speculativo nella mente del credente, ma un principio radicato, che opera in tutto il suo comportamento. Ai suoi occhi Cristo «è esaltato, esaltato ed è altissimo». Nessuna parola può esprimere quanto “è prezioso per lui”. Perciò si consegna volentieri a Cristo; e cerca di avere, non solo le sue azioni, ma anche i suoi stessi «pensieri, condotti in cattività all'obbedienza di Cristo.

Quanto all'opposizione di un mondo empio, a lui non importa: qualunque croce si trovi sulla sua strada, le prende; e “si rallegra di essere ritenuto degno di portarli” per amore del suo Redentore. Se è chiamato a sacrificare gli amici, o gli interessi, o la libertà, o anche la stessa vita, non si tira indietro: ne ha contato il costo, ed è pronto a pagarlo; desiderando solo che “Cristo sia magnificato nel suo corpo, sia per la vita che per la morte.

Come Mosè, «considera il rimprovero di Cristo una ricchezza maggiore di tutti i tesori d'Egitto»; e, come Paolo, “conta tutto tranne lo sterco, per vincere Cristo”. In una parola, è " pronto , non solo a essere legato, ma anche a morire, in qualsiasi momento e in qualsiasi modo, per amore del suo nome".]

Indirizzo—
1.

Coloro le cui opinioni su Cristo sono imperfette—

[Senza dubbio non c'è uomo che lo conosca pienamente, o possa “cercarlo fino alla perfezione”. Gli stessi Apostoli «lo conoscevano solo in parte» e «lo vedevano solo come attraverso uno specchio, oscuramente:» ma la generalità dei cristiani non vede «alcuna forma o bellezza in lui», o almeno non tale da suscitare nei loro cuori ogni ardente “desiderio di lui”. Ora nel nostro testo abbiamo un criterio per giudicare le nostre opinioni su Cristo: troviamo il nostro cuore così unito a Lui con amore e gratitudine, da renderci il suo «giogo facile, e il suo peso leggero?». La libertà o la vita stessa non hanno importanza per noi, se con il sacrificio di essa possiamo glorificare il suo nome? Allora si può dire che lo conosciamo; allora abbiamo quella «conoscenza di lui che è vita eterna.

Ma, oh, quanto è raro questo! Amati fratelli, cercate e provate i vostri cuori in relazione ad esso; e se, come c'è da temere da troppi tra noi, non siete mai stati ancora trasportati con amore al suo nome, pregate Dio di «rivelarlo nei vostri cuori» per mezzo del suo Santo Spirito, e di «risplendere nei vostri cuori, per darti la luce della conoscenza della gloria di Dio nel volto di Gesù Cristo”.]

2. Coloro il cui attaccamento a lui vacilla -

[Molti desiderano seguire Cristo, ma hanno paura di portare la sua croce. Ma, fratelli, dovete avere una croce da portare. Sebbene io non sia un profeta, come Agabo, tuttavia posso dirvi, mediante lo Spirito di Dio, che “tutti coloro che vivranno devotamente in Cristo Gesù devono soffrire persecuzioni”. Non puoi essere chiamato a soffrire la prigionia e la morte; ma devi essere pronto ad accoglierli, se dovessero esserti assegnati per amore di Cristo.

Dovete aspettarvi che i vostri amici vi dissuadano dall'esporvi al disprezzo di alcuni e all'ostilità di altri: e, se i vostri pericoli dovessero essere grandi e imminenti, cercheranno perfino di prevalere su di voi con le loro suppliche e lacrime. Ma attenzione a come ascolti qualsiasi consiglio che possa distoglierti dal sentiero del dovere. Anche le brave persone a volte grideranno: "Risparmia te stesso", quando ti vedono "abbondare" con uno zelo più del normale "nell'opera del Signore.

Ma, mentre rimproverate teneramente la loro debolezza (come fece Paolo), siate saldi e saldi nel vostro proposito: perché «se una volta metti la mano all'aratro e poi ti volti indietro, non sei adatto al regno di Dio. " “Sii fedele fino alla morte, e Dio ti darà una corona di vita.”]

3. Coloro che stanno praticamente manifestando il loro zelo per la sua gloria,

[Benedetto sia Dio, ci sono alcuni che hanno già iniziato l'impiego del cielo e cantano: "A colui che ci ha amato e ci ha lavato dai nostri peccati nel suo stesso sangue, sia gloria e dominio nei secoli dei secoli". E, come in cielo ci sono moltitudini che "non hanno amato la propria vita fino alla morte", così tra noi, confido, ci sono alcuni che morirebbero volentieri per il nome del Signore Gesù. Felici, felici coloro che sentono questa disponibilità della mente a fare e soffrire qualunque cosa siano chiamati; poiché grande è la loro ricompensa in cielo.

Andate avanti, amati, saldi nella fede, e non cedete mai al terrore a causa di eventuali avversari. Ti è stato consigliato di rifuggire dalle prove? Rispondi con Neemia: "Vuole forse fuggire un uomo come io?" Ma ricorda che la tua sufficienza per questo procede solo da Dio: se non da lui sostenuto, "non appena sorgeranno tribolazione e persecuzione a causa della parola", sarai deviato e farai naufragio della tua fede.

Vivi dunque vicino al Salvatore e mantieni una dolce comunione con lui: allora troverai il suo servizio una delizia; e tutte le sofferenze che sei chiamato a sopportare per lui, le sosterrai facilmente. Ma se, una volta che ti rifiuterai di Cristo nel tuo cuore, i suoi comandamenti ti diventeranno gravosi e ogni croce sarà un peso. Il vero modo per affrontare con gioia anche la morte più formidabile è “morire ogni giorno” ed essere continuamente “cercando e affrettando la venuta del giorno di Cristo”.]

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