“Poiché il re di Babilonia stava a un bivio, a capo delle due vie, per usare la divinazione”.

Ezechiele descrive lentamente e deliberatamente il re di Babilonia mentre raggiunge il bivio e poi si ferma per determinare mediante divinazione quale strada avrebbe preso. Ogni osservatore deve aver avuto il cuore in bocca.

"Ha scosso le frecce avanti e indietro, ha consultato i teraphim, ha guardato nel fegato."

Questi erano tre modi per determinare la volontà degli dei. Scuotere le frecce nella faretra (belomanzia), in questo caso probabilmente con i nomi delle città, e poi estrarne una con rito appropriato (questa era una pratica comune anche tra gli arabi); consultare i terafim, oggetti di culto domestici usati per la divinazione (cfr 2 Re 23:24 ); ed esaminare i segni sul fegato di un animale sacrificato (epatoscopia), per i quali erano ben note procedure insegnate agli iniziati, probabilmente in primo luogo mediante l'uso di modelli in creta di cui abbiamo trovato esempi.

Ezechiele senza dubbio in qualche modo mimo ciascuna di queste azioni mentre la tensione cresceva.

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