«Quando dunque seppe che era malato, dimorò in quel tempo due giorni nel luogo dov'era».

Alla notizia della malattia di Lazzaro, che avrebbe impiegato del tempo per raggiungerlo, Gesù rimase dov'era per altri due giorni. Probabilmente non dobbiamo vedere questo come un atto deliberato per aumentare il miracolo, ma piuttosto come un'affermazione di fatto e un'indicazione che tutte le cose, anche la malattia terminale di un caro amico, dovevano prendere il loro posto per quanto riguarda il Suo ministero era preoccupato. Considerava chiaramente che gli affari importanti che aveva a disposizione dovevano avere la precedenza sui bisogni personali dei suoi amici, sebbene fosse, ovviamente, consapevole del corso che avrebbero preso le cose..

Non era che fosse insensibile al loro dolore. Piuttosto era che Egli non poteva non continuare a compiere l'attuale opera di Dio a motivo dell'amicizia personale. Infatti era importante che gli uomini si rendessero conto che l'opera di Dio deve sempre avere la precedenza (anche se questo non deve mai essere preso come una scusa per venir meno alle nostre responsabilità personali. Non c'era nessun sostituto per Gesù. La sua presenza era essenziale per l'opera. Con noi essa potrebbe essere diverso).

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