Capitolo 8 Testimonianza di Isaia.

In questo capitolo Isaia scrive una strana serie di parole su una grande tavoletta da esporre al pubblico. Le parole erano maher-shalal-hash-baz ("affrettare il bottino, accelerare la preda"). È un avvertimento che i tempi del giudizio da lui profetizzati stanno arrivando rapidamente su Siria, Israele e Giuda. Allora gli nasce un figlio e gli viene detto di dargli quel nome, perché prima che il bambino abbia passato i suoi teneri anni sia la Siria che Israele saranno state spogliate e devastate.

Quindi avverte di ciò che sta per accadere nella terra del prossimo Emmanuele, ma promette che dopo il giudizio imminente ci sarà la liberazione finale per il popolo di Dio, e sarà grazie all'Emmanuele, perché 'Dio è con noi'. Nel frattempo deve ritirarsi da ogni manovra politica e scrivere e sigillare la sua testimonianza e stabilire la Legge tra i suoi seguaci. Perché coloro che rifiutano quella testimonianza e la Legge possono solo aspettarsi l'oscurità. (Segue nel capitolo 9 la promessa della venuta dell'atteso Re, dell'Emmanuele).

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità