Pensieri di apertura.

Non c'è lettera o libro al mondo che eguagli quello che stiamo per considerare, perché è una spiegazione dettagliata della Buona Novella di Dio che è la potenza di Dio che porta alla salvezza di tutti coloro che credono ( Romani 1:16 ), proveniente dalla penna di uno scrittore ispirato.

La sua portata è immensa. I suoi primi otto capitoli, che contengono l'essenza di quella salvezza, iniziano con una visione dello stato precario del mondo e dell'uomo nella sua ribellione a Dio ( Romani 1:18 ). Tutto è nell'oscurità. Ma si conclude con una descrizione del trionfo dei propositi di Dio nei confronti dei Suoi eletti ( Romani 8:28 ).

Tutto è diventato luce. E questo a causa dell'opera di Gesù Cristo in nostro favore. Le sue parole rivelano così come dalle tenebre dell'uomo Dio porti la luce a coloro che ha scelto. E nel mezzo c'è il fulgido resoconto dell'efficacia di Cristo e della Sua croce, e dello Spirito Santo, nel realizzare la salvezza dell'uomo.

Breve introduzione.

Questa lettera fu scritta da Paolo alla chiesa romana nel 57 d.C., appena prima del suo viaggio a Gerusalemme, dove sperava di consegnare il denaro che aveva raccolto dalle chiese gentili per conto dei loro fratelli e sorelle ebrei in Palestina che stavano affrontando una grave siccità . Egli era, però, consapevole dei pericoli che lo fronteggiavano a Gerusalemme e chiese ai romani di pregare per lui, perché fosse liberato dall'inimicizia degli ebrei, poiché era sua intenzione visitarli (i cristiani romani). Alla fine andò a Roma in catene.

Roma fu l'unica chiesa per la quale Paolo scrisse per la quale non aveva partecipato alla sua fondazione. Probabilmente era stato originariamente iniziato da ebrei cristiani e proseliti che tornarono a Roma dopo la Pentecoste ( Atti degli Apostoli 2:10 ), e molti cristiani vi si sarebbero poi trasferiti come fulcro dell'impero romano, alcuni dei quali erano conosciuti a Paolo, come risulta dal capitolo 16.

Pertanto non era a conoscenza di alcun problema grave e nella sua lettera poteva concentrarsi sulla presentazione completa del Vangelo di Dio (Capitoli 1-8) e sulla spiegazione dei rapporti di Dio con gli ebrei (Capitolo s 9 -11), indicando allo stesso tempo che i cristiani ebrei (di cui ce n'erano molti a Roma) ei cristiani gentili dovrebbero avere tolleranza gli uni verso gli altri e le reciproche debolezze religiose (Capitoli 12-15).

La lettera contiene un'enfasi speciale sul nome di Dio, il nome Dio è usato più spesso ogni 100 parole che in qualsiasi altro dei libri più grandi del Nuovo Testamento. Dio era molto al centro del pensiero di Paolo.

Va notato di passaggio che non vi è alcun accenno nella lettera di Pietro in quel momento a Roma, cosa che, dati i saluti alla fine della lettera, confuta definitivamente il suggerimento che Pietro fosse a Roma in questo momento come suo vescovo. Infatti Roma non avrebbe un unico vescovo assoluto per altri cento anni, come risulta, ad esempio, dall'apertura della lettera di Clemente dalla chiesa romana a Corinto e dalle parole di Giustino martire.

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