La lettera di Paolo a Tito è proprio quella di dare istruzioni riguardo alla nomina dei funzionari della chiesa e di indicare a Tito quali requisiti dovrebbe imporre ai membri della chiesa, ma la sua importanza è accresciuta per l'individuo in quanto mescolati a questi sono ricordi del opera di grazia di Dio in Tito 1:2 ; Tito 2:11 ; Tito 3:4 , e che inizia e finisce con la promessa della speranza assicurata della vita eterna ( Tito 1:2 ; Tito 3:7 ).

Tito era un "anziano statista" del Vangelo insieme a Paolo. Era un gentile, ed era presente ( Galati 2:3 ) al 'concilio' di Gerusalemme ( Atti degli Apostoli 15 ) dove divenne un punto di discussione sulla necessità di circoncidere i gentili.

Fu mandato da Paolo a Corinto per sistemare la chiesa lì quando Paolo seppe che lui stesso non sarebbe stato il benvenuto, una missione che portò a termine con successo. Era stato lasciato a Creta da Paolo per vegliare e assistere per un certo tempo la nuova chiesa di Creta, con le sue numerose chiese nelle sue numerose città, da cui questa lettera. In seguito sarebbe stato inviato da Paolo in Dalmazia ( 2 Timoteo 4:10 ).

Introduzione. .

La formalità dell'introduzione è conforme allo status elevato della persona a cui sta scrivendo. Anche Tito, come Paolo, ea differenza del giovane Timoteo, era un "anziano statista". Paolo osservava sempre le sottigliezze, 'onore a cui è dovuto l'onore'. E vuole che Tito riconosca che sullo sfondo dell'attività salvifica di Dio vanno viste quelle che possono sembrare istruzioni più mondane.

Analisi.

un Paolo, servo di Dio e apostolo di Gesù Cristo,

b Secondo la fede degli eletti di Dio e la conoscenza della verità che è secondo pietà (vv. 1).

c Nella speranza della vita eterna, che Dio, che non può mentire, ha promesso prima dei tempi eterni (vv. 2).

c Ma a suo tempo manifestò la sua parola nel messaggio, con il quale mi fu affidato secondo il comandamento di Dio nostro Salvatore (vv. 3).

b A Tito, mio ​​vero figlio secondo una fede comune (vv. 4a).

a Grazia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù nostro Salvatore (vv. 4b).

Si noti che in 'a' Paolo serve Dio e Gesù Cristo, e parallelamente chiede grazia e pace da Dio e da Cristo Gesù. In 'b' si riferisce alla fede di tutti gli eletti di Dio che include la conoscenza della verità, e parallelamente chiama Tito il suo vero figlio secondo la fede comune. In 'c' si riferisce alla promessa di Dio della vita eterna promessa prima dei tempi eterni, e in parallelo si riferisce alla sua manifestazione della sua parola, secondo il suo comando.

Dovremmo notare qui anche come 'Dio nostro Salvatore' nel versetto 3 diventa 'Cristo Gesù nostro Salvatore' nel versetto 4. Questo concorda con il parallelo di Dio e Gesù Cristo nel versetto 1 e conferma che Paolo pone Dio Padre e il Signore Gesù Cristo a parità di condizioni.

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