Poiché tre sono i testimoni in cielo, il Padre, il Verbo e lo Spirito Santo: e questi tre sono uno.

Tre. Due o tre testimoni erano tenuti per legge a costituire una testimonianza adeguata. Gli unici manoscritti greci, in qualsiasi forma, che supportano le parole "nei cieli il Padre, il Verbo e lo Spirito Santo, e questi tre sono uno: e tre sono i testimoni sulla terra", sono il Monforziano di Dublino, copiato dalla moderna Vulgata latina; il Reviano, copiato dal Poliglotta Complutense; un manoscritto a Napoli, con le parole aggiunte a margine di mano recente; Ottoboniano, 298, del XV secolo, il cui greco è una traduzione del latino di accompagnamento.

Tutte le vecchie versioni omettono le parole. I più antichi manoscritti della Vulgata li omettono, il più antico manoscritto della Vulgata che li ha è Wizanburgensis, 99. dell'VIII secolo. Uno Scholium citato in Matthaei mostra che le parole non derivano da frode; poiché tutti i manoscritti greci ("ce ne sono tre che portano testimonianza"), nota lo Scholiast, hanno "tre", maschile, perché le tre cose (lo Spirito, l'acqua e il sangue) sono SIMBOLI DELLA TRINITÀ. A questo Cipriano, 196, fa riferimento: "Del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, sta scritto: "E questi tre sono uno" '(un'unità).

Ci deve essere qualche verità mistica implicita in "tre" х hoi ( G3588 ) treis ( G5140 )] due volte al maschile, sebbene gli antecedenti, 'Spirito, acqua e sangue' siano neutri. Che si intendesse LA TRINITÀ è un'inferenza naturale: la triade specificata indicava una Trinità ancora più elevata; come è chiaro anche da 1 Giovanni 5:9 , "la testimonianza di Dio", riferendosi alla Trinità, alla quale alludeva "lo Spirito, l'acqua e il sangue".

' È stato quindi scritto prima come commento marginale per completare il senso; poi, già almeno a partire dall'VIII secolo, fu introdotto nel testo della Vulgata latina. La testimonianza, però, poteva essere resa agli uomini solo sulla terra, non in cielo. Il commento marginale che ha inserito "in paradiso" era inappropriato. È sulla terra che il contesto richiede che sia resa la testimonianza dei tre - lo Spirito, l'acqua e il sangue: esponendo misticamente i testimoni divini trini - il Padre, lo Spirito e il Figlio.

Luecke nota come prova interna contro le parole, John non usa mai "il Padre" e "la Parola" come correlati, ma, come altri scrittori del Nuovo Testamento, associava "il Figlio" con "il Padre" e fa sempre riferimento a "la Parola" a 'Dio' come correlato, non al "Padre". Vigilio, alla fine del V secolo, cita per primo le parole controverse come nel testo. Il termine "Trinità" compare per la prima volta nel III secolo in Tertulliano, "adversus Praxean", 3.

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