E Abner mandò a suo favore messaggeri a Davide, dicendo: Di chi è il paese? dicendo anche: Stringi alleanza con me, ed ecco, la mia mano sarà con te, per ricondurre a te tutto Israele.

Abner inviò messaggeri a Davide per suo conto, х tachtaayw ( H8478 )] - invece di lui. [La Settanta rende la clausola come: kai apesteilen Abenneer angelous pros Dauid eis Thailam, e Abner inviò messaggeri a Thailam, Telaim o Telem (vedi la nota a 1 Samuele 15:4).] Ma non c'è nulla nel presente testo ebraico che corrisponda alle ultime due parole; e sebbene Telem fosse nel raggio delle precedenti spedizioni di predoni di David, ora era stabilmente stabilito a Hebron.

Sebbene il linguaggio di Abner implicasse una segreta convinzione che, nel sostenere Is-Boset, avesse lavorato per vanificare il proposito divino di conferire la sovranità del regno a Davide, questo riconoscimento non era una giustificazione né della misura che stava ora adottando né del motivi che lo hanno spinto.

Né sembra possibile sostenere la piena integrità e l'onore della condotta di Davide nell'intrattenere le sue segrete aperture per minare Is-Boset, a meno che non teniamo conto della promessa divina del regno e della sua convinzione che la secessione di Abner fosse un mezzo progettato dalla Provvidenza per realizzarlo. La richiesta per la restaurazione di sua moglie Michal era perfettamente giusta; ma l'insistere di David su di essa in quel particolare momento, come condizione indispensabile per concludere un qualsiasi trattato con Abner, sembra essere scaturito, non tanto da un persistente attaccamento a lei, quanto dall'aspettativa che il suo possesso di quella principessa avrebbe inclinato alcuni seguaci della casa di Saul come da un'aspettativa che il suo possesso di quella principessa avrebbe indotto alcuni seguaci della casa di Saul ad essere favorevoli alla sua causa.

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