E subito l'angelo del Signore lo percosse, perché non aveva dato a Dio la gloria: e fu mangiato dai vermi, e rese lo spirito.

E subito l'angelo (o 'an') del Signore lo percosse, perché, [ anth' ( G473 ) hoon ( G3739 )] non diede a Dio la gloria: e fu mangiato dai vermi, e rese lo spirito. La precisione medica della frase qui impiegata per descrivere la malattia di Erode х genomenos ( G1096 ) skooleekobrootos ( G4662 )] - in cui ha il vantaggio di Giuseppe Flavio - è stata spesso rimarcata, come proveniente naturalmente dall'"amato medico.

" È notevole che il nonno di questo Erode, Erode il Grande, sia morto della stessa orribile malattia. Il racconto di Giuseppe Flavio sulla morte di Erode (Ant. 19: 8. 2) conferma in modo sorprendente quello del nostro storico. Secondo lui, Erode era a Cesarea (come lo rappresenta Luca), presiedendo ai giochi in onore di Cesare.Il secondo giorno dei giochi, riempito il teatro fino al soffitto, all'alba entrò Agrippa, vestito di una veste tutta lavorata d'argento, su che i raggi del sole mattutino tramontavano, appariva come tutto irradiato di gloria: voci qua e là lo salutavano come un dio; e mentre faceva loro un'orazione, gridavano: Ti abbiamo preso per un uomo, ma ormai riconosciamo in te un dio! Il re non li rimproverò, né mostrò alcun dispiacere per questa empietà; ma dopo un po', alzando gli occhi,vide un gufo appollaiato su una corda sopra la sua testa, e subito, prendendo questo per un cattivo presagio, fu pieno di rimorso, e preso da un violento dolore nelle sue viscere, esclamando ai suoi amici, il tuo dio è già venuto alla sua vita fine, e colui che hai salutato immortale se ne va a morire.

A tal punto salì il dolore, che dovette essere portato frettolosamente nel palazzo, dove, dopo cinque giorni di tortura, morì all'età di cinquantaquattr'anni. La leggera differenza tra questo racconto e quello di Luca tende solo a confermarne l'accuratezza.

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