E li fece uscire e disse: Signori, cosa devo fare per essere salvato?

E li ha portati fuori, e ha detto. Com'era grafica questa rapida successione di dettagli minuti, evidentemente dalle parti stesse - i prigionieri e il carceriere - che parlavano ripetutamente di ogni aspetto della scena, in cui la mano del Signore era stata vista così meravigliosamente!

Signori, cosa devo fare per essere salvato? Se questa domanda dovesse sembrare in anticipo su qualsiasi luce che si potrebbe supporre che il carceriere possedesse, si consideri, in primo luogo, che il "tremore" che lo assalì non poteva derivare da alcun timore per l'incolumità dei suoi prigionieri, poiché erano tutti lì; e se così fosse, avrebbe preferito metterli al sicuro di nuovo, piuttosto che lasciarli e cadere davanti a Paolo e Sila.

Per lo stesso motivo, è chiaro che il suo tremore non aveva nulla a che fare con qualsiasi conto che avrebbe dovuto rendere ai magistrati. Si può dare una sola spiegazione: che si fosse all'improvviso allarmato per il suo stato spirituale, e che sebbene, un attimo prima, fosse pronto a tuffarsi nell'eternità con la colpa dell'auto-omicidio sulla testa, senza pensò al peccato che stava commettendo e alle sue terribili conseguenze: la sua incapacità di apparire davanti a Dio e il suo bisogno di salvezza ora balenarono nella sua anima e trassero dal profondo del suo spirito il grido qui registrato.

Se ancora ci si chiede come abbia potuto assumere una forma così definita, si consideri, in secondo luogo, che il carceriere difficilmente poteva ignorare la natura delle accuse per le quali questi uomini erano stati imprigionati, visto che erano stati pubblicamente frustati per ordine di i magistrati, che avrebbero riempito l'intera città dei fatti del caso, compreso quello strano grido dell'indemoniato di giorno in giorno - "Questi uomini sono i servi del Dio altissimo, che ci mostrano la via della salvezza" - parole che proclamavano non solo l'incarico divino dei predicatori, ma la notizia della salvezza che erano stati mandati a raccontare, l'espulsione miracolosa del demonio e la rabbia dei suoi padroni.

Tutto questo, infatti, non sarebbe servito a nulla con un uomo simile, fino a quando non è stato scosso dal potente terremoto che ha fatto tremare l'edificio; la disperazione lo colse poi alla vista delle porte aperte, la spada dell'autodistruzione fu improvvisamente arrestata dalle parole di uno di quei prigionieri che non avrebbe mai immaginato potessero essere dette nelle loro circostanze - parole che rivelavano qualcosa di divino in loro. Allora gli balenava addosso la luce di una nuova scoperta: "Era un vero grido quello che la Pitonessa lanciò: "Questi uomini sono i servi del Dio altissimo, che ci mostrano la via della salvezza!" Questo ora devo saperlo, e da loro, come mi è stato inviato divinamente, devo imparare quella "via di salvezza!"'

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