In quella stessa ora uscirono le dita di una mano d'uomo e scrisse contro il candelabro sull'intonaco del muro del palazzo del re: e il re vide la parte della mano che scriveva.

Nella stessa ora - affinché la causa della visitazione di Dio potesse essere palpabile - vale a dire, la profanazione dei Suoi vasi e il Suo santo nome.

Sono uscite le dita della mano di un uomo. Dio lo ammonisce, non con un sogno (come era stato avvertito Nabucodonosor), o con una voce, ma con "dita in avanti", l'invisibilità di Colui che le muoveva accrescendo la tremenda imponenza della scena, la mano dell'Invisibile attestando il suo destino davanti agli occhi di se stesso e dei suoi compagni di festa colpevoli. E scrisse contro il candeliere - i candelabri; dove i personaggi mistici sarebbero meglio visti. Barnes ne fa il candelabro prelevato dal tempio di Gerusalemme, la vicinanza della scritta ad esso insinuava che il rimprovero era diretto contro il sacrilegio.

Sull'intonaco del muro del palazzo del re. Si trovano ancora oggi scritte in lettere cuneiformi su lastre sui muri, e sugli stessi mattoni, la recita perennemente ricorrente di titoli, vittorie ed imprese, per ricordare allo spettatore in ogni punto della grandezza regale. È significativo che, sullo stesso muro su cui il re era solito leggere le lusinghiere leggende della propria magnificenza, scorga la misteriosa iscrizione che narra la sua caduta (cfr Proverbi 16:18, "L'orgoglio precede la distruzione e lo spirito superbo prima della caduta". Così nel caso di Erode subito dopo la decapitazione di Giacomo e la persecuzione di Pietro; si sedette sul suo trono in abbaglianti abiti di orpelli d'argento, e pronunciò un'orazione, in cui "non diede a Dio la gloria", ma accettò l'appagante adulazione della folla, "È la voce di un dio, e non di un uomo;" perciò "subito l'angelo del Signore lo percosse, e fu mangiato dai vermi, e rese lo spirito", Atti degli Apostoli 12:21 ).

E il re vide la parte della mano , la parte anteriore, cioè le dita.

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