E ciascuno andò a casa sua.

E ognuno andò a casa sua, trovando che il loro complotto non poteva in quel momento essere messo in atto. La vostra ira è così impotente, o capi sacerdoti? NB- Sulla genuinità di questo versetto, e dei primi undici versi del capitolo successivo, riserviamo le nostre osservazioni fino a quel capitolo.

Osservazioni:

(1) Le sorgenti del giudizio e dell'azione rivelate nella prima parte di questo capitolo sono così minuziosamente e delicatamente naturali da sfidare l'invenzione e da verificare la narrazione non solo nel suo insieme, ma in tutte le sue caratteristiche. Ecco Gesù ei "suoi fratelli" secondo la carne: sui principi un po' ampiamente spiegati in Luca 4:24 , con l'Osservazione 2 alla fine di quella sezione, hanno grande difficoltà a riconoscere affatto le sue affermazioni; ma la Sua procedura attuale - così diversa da tutto ciò che presumono dovrebbe essere e naturalmente sarebbe nel grande Messia predetto - li fa inciampare soprattutto.

“Sicuramente chi fa tali affermazioni dovrebbe subito e nel modo più aperto presentarle alle autorità pubbliche della capitale: ma invece di questo, sei stato assente da Gerusalemme per un tempo molto insolito; e ora che l'ultima delle feste annuali è alle porte, nessun sintomo appare di uno scopo per parteciparvi: com'è questo?' La risposta a queste insinuazioni è in singolare armonia con la stima abituale di nostro Signore della propria posizione, e la cautela e il coraggio mescolati con cui ha disposto e portato a termine tutti i suoi piani; mentre l'indifferenza che Egli imprime sui loro movimenti, e il terreno su cui Egli li considera come senza alcuna conseguenza, porta l'impronta di tutta la realtà storica.

Ma soprattutto, forse, il suo salire senza rumore da solo, dopo la partenza dei "suoi fratelli"; e non, come di consueto, prima dell'inizio della festa, né fin verso la metà di essa; e poi, dopo molte speculazioni su cosa ne fosse stato di lui, e se si sarebbe arrischiato ad apparire del tutto, il suo andare a insegnare nel tempio-cortile, e ciò in modo così meraviglioso da assicurarsi un punto di riferimento per non essere disturbato, tanto che anche gli ufficiali mandati a catturarlo si trovarono incapaci, per l'effetto avvincente del suo insegnamento, di imporgli una mano; e poi la rabbia degli ecclesiastici per questo, e pur imputando tutto a una mancanza di dotta intuizione che, se fossero stati "governanti o farisei", non avrebbero mostrato - trovando, con loro mortificazione, un governante e un fariseo del loro stesso numero,

(2) Quando Gesù proclamò, in termini così affascinanti: "Se uno ha sete, venga a me e beva", possiamo ben chiederci: C'è qualcuno che non ha sete? La soddisfazione - se questa è la parola che copre tutti i desideri della nostra natura - è davvero quanto più diversa possibile nella stima di uomini diversi. Per alcuni la gratificazione delle concupiscenze della carne è tutta la soddisfazione desiderata; altri bramano il godimento domestico e intellettuale; una terza classe trova l'approvazione della coscienza indispensabile al loro benessere, ma, incapaci di raggiungere il proprio livello di carattere ed eccellenza, sono interiormente irrequieti; mentre una quarta e più piccola classe geme sotto la peccaminosità sentita, e consapevole che la pace con Dio e il diletto nella Sua legge dopo l'uomo interiore sono la grande necessità della loro natura e condizione,

Ma a uno ea tutti questi - abbracciando ogni anima dell'uomo - Gesù qui parla; anche se per ciascuno il suo annuncio sarebbe stato inteso in modo diverso. La prima classe Egli eleverebbe da una soddisfazione sensuale a spirituale, come dal cavo al reale, dall'assenzio al miele; la seconda classe avanzerebbe da ciò che è buono a ciò che è meglio, dalla carne che perisce, anche nelle sue forme più raffinate, a quella che permane per la vita eterna; la terza classe Trarrebbe verso l'alto dai faticosi e infruttuosi sforzi per pacificare una coscienza inquieta con la semplice tentata obbedienza alla legge, e quando sono giunti al quarto stadio, della consapevole incapacità di osservare la legge e della miseria per mancanza di pace con Dio, allora li attirerebbe e li inviterebbe a Sé, come Sorgente della Soddisfazione completa ed eterna.

Come fosse così, qui lo spiega solo parzialmente; ma nel frattempo bastava la proclamazione di una verità così sorprendente; e coloro che la sua grazia trascendente potesse convincere ad attaccarsi cordialmente a Lui, scoprirebbero immediatamente nella propria esperienza quanto fosse vero, e molto presto, durante la discesa pentecostale dello Spirito, scopriranno più in dettaglio il segreto della loro soddisfazione. Ma,

(3) Quando l'evangelista dice che per «fiumi d'acqua viva che dovevano sgorgare dal ventre di quelli che credevano in lui», Gesù intendeva «lo Spirito, che i credenti stavano per ricevere: perché lo Spirito Santo non aveva stato poi donato; perché Gesù non fu ancora glorificato» - esprime la grande verità evangelica, che è lo Spirito Santo che apre nelle anime di coloro che credono in Gesù la sorgente di una vita nuova, e con la sua presenza interiore e virtù sempre vivificante in loro, fa sgorgare fiumi di acqua viva da questa fonte interna, in altre parole, fa sì che la soddisfazione esuberante e celeste sgorghi e sgorghi dall'interno della loro stessa natura.

Ma mentre dice che questo dono glorioso dello Spirito dipendeva così tanto dalla «glorificazione di Gesù», che finché non avvenne l'una non si poteva attendere l'altra, ciò esprime queste ulteriori e preziosissime verità, che l'accettazione formale e giudiziale dell'opera di Cristo compiuta sulla terra da Suo Padre in cielo doveva aver luogo prima che allo Spirito potesse essere permesso di attuarla; che l'effettiva discesa dello Spirito a Pentecoste fu l'annuncio al mondo che Suo Padre aveva tolto la Sua opera dalle Sue mani, per così dire, come un'opera "finita"; e che ora lo Spirito, aprendo le sorgenti di questa vita nuova e duratura nelle anime di coloro che credevano in Gesù, non faceva che attuare negli uomini ciò che Cristo fece per gli uomini sulla terra,anangelei ( G312 )] "a te" (vedi le note aGiovanni 16:14 ). Così, come Gesù ha glorificato il Padre, così lo Spirito glorifica il Figlio; e per un'opera alta e armoniosa del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, i peccatori sono salvati.

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