1 Corinzi 3:18

L'auto-saggio indagatore.

Indaghiamo qual è la vana saggezza del mondo, e allora vedremo meglio come svia gli uomini.

I. Ora, quando si dice che fidarsi delle proprie nozioni è una cosa sbagliata e una vana saggezza, naturalmente questo non si riferisce a tutte le nostre nozioni qualunque; perché dobbiamo fidarci delle nostre nozioni in una forma o nell'altra, e alcune nozioni che formiamo sono giuste e vere. Le nozioni di cui possiamo fidarci senza biasimo sono quelle che ci vengono per mezzo della nostra coscienza, perché queste vengono da Dio. Tali sono le opinioni ei sentimenti di cui un uomo non è orgoglioso.

Quali sono quelli di cui è probabile che sia orgoglioso? Quelle che ottiene, non per natura, ma per propria industria, abilità e ricerca; quelli che possiede e altri no. Ognuno corre il pericolo di stimarsi per ciò che fa, e quindi verità (o verità immaginarie) che un uomo ha ottenuto per se stesso dopo molto pensiero e lavoro, tali che è incline a fare molto e su cui fare affidamento, e questo è il fonte di quella vana saggezza di cui parla l'Apostolo nel testo.

II. Come può un peccatore, che ha formato il suo carattere sull'incredulità, confidando nella vista e nella ragione piuttosto che nella coscienza e nella Scrittura, come può cominciare a pentirsi? Cosa deve fare? Possibile che riesca a superare se stesso e che alla fine dei suoi giorni faccia nuovo il suo cuore? È possibile non con l'uomo, ma con Dio, che dà la grazia a tutti coloro che la chiedono; ma solo in un modo, secondo i suoi comandamenti, con una lenta, noiosa, faticosa autodisciplina; lento, noioso e faticoso, cioè a uno che da tempo si è indurito nell'antipatia e si abbandona ai rapidi voli e alle facili vittorie della sua ragione.

C'è una sola via per il cielo, la via stretta; e chi si accinge a cercare Dio, anche nella vecchiaia, deve entrarvi per la stessa porta degli altri. Deve tornare indietro e ricominciare dall'inizio come se fosse un ragazzo. E così, procedendo, osservando e pregando, sembra probabile che dopo tutto non faccia che pochi progressi durante il breve resto della sua vita.

JH Newman, Parrocchiale e sermoni semplici, vol. i., pag. 215.

Riferimenti: 1 Corinzi 3:21 . J. Pulsford, Pulpito del mondo cristiano, vol. xv., pag. 312. 1 Corinzi 3:21 ; 1 Corinzi 3:22 . Omilista, nuova serie, vol. i., pag. 422.

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