2 Tessalonicesi 2:5

Possiamo fissare la descrizione dell'uomo del peccato a un qualsiasi sistema o persona? o dovremmo semplicemente dire, con Agostino, che dobbiamo rimanere nella totale ignoranza sul significato dell'Apostolo? Tra questi due estremi possiamo occupare una posizione intermedia.

I. Va messa da parte la teoria che afferma che queste parole sono state soddisfatte da tempo. Non sarebbe, in alcun modo, né facile né utile tracciare questo punto di vista attraverso le sue numerose varietà e complessità. Basta dire che il brano non ci presenta una semplice allegoria, rifiutandosi di essere minuziosamente scansionato. La descrizione è troppo minuziosa e specifica per essere così spiegata.

II. Né la questione va risolta supponendo che le parole siano descrittive di una tendenza crescente, che l'Apostolo può aver notato nella Chiesa, a ricadere negli elementi mendicanti dell'ebraismo, o a lasciarsi sedurre da qualsiasi manifestazione grottesca dell'ebraismo spirito che potrebbe aver luogo prima della distruzione di Gerusalemme e del suo tempio.

III. Sono noti i punti in cui si ritiene compiuta l'identificazione di questo passaggio con la Chiesa di Roma. Sono innegabilmente sorprendenti. I principali errori della Chiesa di Roma, il graduale sviluppo di questi da principi e pratiche che possono essere fatti risalire nel loro germe fino ai primi tempi cristiani, l'unione del potere e dell'autorità della Chiesa in un unico capo, l'orgoglio dispotico e lo sfarzo che si aggrappava a quella Chiesa come caratteristiche preminenti, l'impostura che nelle menzogne ​​meraviglie, è così cospicua in quella Chiesa, tutte queste sono state spesso schierate in ordine, in modo da apparire una lunga serie di prove che non possono essere infrante.

Nondimeno va osservato, e riconosciuto più candidamente di quanto non sia spesso, che vi sono aspetti del caso che la spiegazione non si adatta affatto. Sarebbe lo spirito stesso dell'anticristo all'opera se dovessimo negare i molti elementi del vero cristianesimo nella Chiesa di Roma. Inoltre, anche gli elementi corrotti del romanismo non corrispondono in tutto e per tutto alle clausole di questo passaggio.

Sembriamo piuttosto orientati a cercare la venuta di colui che unirà in sé in modo tale che non possiamo conoscere i due elementi dell'incredulità e della superstizione, e opererà per il rovesciamento di tutto ciò che è buono e vero. Così trascinando gli uomini dietro di sé alla distruzione, egli stesso deve essere distrutto.

J. Hutchison, Lezioni sui Tessalonicesi, p. 292.

Riferimenti: 2 Tessalonicesi 2:7 . Mensile del predicatore, vol. iv., pag. 236; Rivista del sacerdote , vol. iv., pag. 86.

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