Ecclesiaste 3:19

L'uomo, dunque, non ha un vero primato sulla bestia? Apparentemente, se accettiamo l'assunto dell'epicureo, questa è la conclusione a cui dobbiamo giungere. Se l'uomo ha un'esistenza puramente animale, se non ha rapporti con un mondo spirituale, se quando muore perisce, allora sotto quali aspetti è migliore delle bestie?

I. I. si può rispondere indicando che le doti intellettuali e morali dell'uomo gli A questo un'innegabile sui bruti. Non c'è bisogno di negare o mettere in discussione il valore e la preziosità delle qualità che l'uomo possiede così. Ma quanto più una macchina è costosa, tanto più è un maschio se non raggiunge il fine per cui è stata costruita. In tal caso siamo pronti a piangere per le spese inutili, l'ingegnosità mal applicata, il peggio che il potere sprecato, che un tale splendido fallimento esibisce, e siamo costretti a morire, qualunque possa essere l'apparente superiorità di questa struttura sulle strutture più umili dal canto suo, in cui non compare tale mancanza o mancanza, in realtà è da preferire quest'ultima alla prima; il secondo, a tutti gli effetti, è migliore del primo.

È proprio un conto conclusione che saremo costretti a giungere riguardo all'uomo se tralasciamo di vista i suoi rapporti spirituali, i suoi rapporti con Dio e verso un futuro stato dell'essere. Se limitiamo la nostra visione dell'uomo al suo mero stato terrestre e animale, cosa possiamo farci se non che è un grande errore, un espediente che non può obbedire al suo potere principale senza frustrare il fine stesso per il quale quel potere è stato posto ? nel padroneggiarlo? cosicché sembrerebbe che sarebbe stato meglio per lui essere fatto come la pecora o il bue, che non hanno intelligenza, che essere dotato come è solo per essere meno felice e meno ordinato di loro.

II. Da una conclusione così cupa e ripugnante sembra non esserci che una via di fuga, ed è quella di presumere che l'essere terreno dell'uomo non sia tutto il suo essere o la parte più importante di esso. La vera dignità e supremazia dell'uomo sta in questo, che è fatto per l'immortalità; che è capace del Divino; che ha rapporti con l'infinito e l'eterno; che il suo stato attuale non è che il vestibolo del suo essere; e che quando il suo viaggio attraverso questo faticoso e pericoloso deserto della terra sarà stato compiuto, egli, purché abbia degnamente raggiunto la sua prova, raggiungerà la dimora appropriata e il luogo di riposo del suo spirito in cielo.

W. Lindsay Alexander, Sermoni, p. 238.

Riferimenti: Ecclesiaste 3:16 . TC Finlayson, Un'esposizione pratica di Ecclesiaste, p. 87. Ecclesiaste 3:18 -iv. 4. JH Cooke, Il pellegrinaggio del predicatore, p. 44. Ecclesiaste 3:22 . JF Stevenson, Il pulpito del mondo cristiano, vol. ii., p. 296. 3 C. Ponti, Esposizione dell'Ecclesiaste, p. 48; GG Bradley, Lezioni sull'Ecclesiaste, p. 66.

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità