Filippesi 2:16

Nell'atto stesso di operare la propria salvezza, se gli viene rettamente insegnato cosa significa l'accusa, un uomo, almeno incidentalmente, porgerà o applicherà ad altri la parola della vita. Questo è vero in una certa misura. Ma così siamo tutti inclini all'egoismo, così inclini all'egoismo religioso quando siamo scacciati dall'egoismo che è del tutto indolente e mondano, e così tanti sono coloro che vorrebbero promuovere questo egoismo spirituale con precetti distorti dal Vangelo, che è necessario per dare concretezza e risalto all'accusa dinanzi a noi esaminata separatamente e nel dettaglio.

I. Il tuo lavoro sulla terra non è finito quando ti sei salvato da una generazione sfortunata. Devi ancora tenere la tua lampada il più lontano possibile nella massa oscura intorno. Dio non ti chiama a una pietà timida, sfuggente, furtiva, una religione che deve chiudere a chiave le sue porte e sbarrare le sue finestre, per essere sola da sola agli occhi di un Dio che vede nel segreto. C'è una parte di esso che deve fare questo; per valere qualcosa anche per scopi di diffusione, la lampada deve essere accesa di nascosto, e nutrita di nascosto, e rifinita di nascosto; possiamo presto dirlo a coloro la cui religione non ha tale isolamento; ma l'ufficio della lampada deve risplendere.

Gli uomini non accendono una candela per metterla sotto un letto, ma per metterla su un candeliere, affinché dia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così è anche con la lampada del cristiano, che è parola di vita.

II. Nota due delle nostre modalità di influenza. (1) Esempio. Non esiste un motore così potente nei suoi effetti sulla vita umana. (2) Simpatia. C'è un modo di presentare il Vangelo, con la parola e anche con l'esempio, che non riesce affatto ad attrarre ea persuadere. Chi conquista anime è saggio, non chi allarma, o chi guida, o chi costringe e costringe, ma chi conquista anime. Diventa colui che scarica la sua coscienza in questa materia per esaminare non solo la correttezza, ma anche l'attrattiva del suo esempio.

CJ Vaughan, Lezioni sui Filippesi, p. 135.

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